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FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”
Dopo svariati appelli sui social, il sindaco di Floridia, Marco Carianni, accelera nella sua azione tecnica contro l’abbandono dei rifiuti. “Non avremo più alcuna tolleranza nei confronti di chi prosegue nell’abbandono delle immondizie”. Un plauso era dovuto alla Polizia Municipale, e così è stato: L’azione preventiva si era estesa anche ai territori viciniori, con grande dispendio di energie. “Nel mese di gennaio 2025 – prosegue Carianni – in seguito ai controlli svolti sul territorio dagli agenti della Polizia Municipale, sono stati denunciati penalmente cinque soggetti proprio per l’abbandono di rifiuti.
“I trasgressori sanzionati – approfondisce – sono stati individuati grazie ai dispositivi di videosorveglianza dell’Amministrazione ed obbligati anche alla rimozione dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi”. Adesso l’ulteriore stretta: “La lotta all’abbandono dei rifiuti – dice il sindaco – deve riguardare tutti i cittadini. I positivi risultati sono il frutto del lavoro della comandante della Polizia Municipale e di tutti gli agenti. Il decoro e la pulizia della città di Floridia dipendono da tutti noi e per questo occorre rispettare le regole, sensibilizzando tutti. Non siamo più disposti a tollerare determinati comportamenti nocivi sia per i residenti delle zone interessate, sia per l’ambiente”. Quindi la chiosa: “Solo se lavoreremo in modo unitario potremo davvero crescere come comunità”.
R. R.
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FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”
disse il compianto Sebastiano Lo Monaco, durante l’indimenticabile “Bella Passione” portata in scena nel 2017
Sulle note di Antonio Granata, riecheggia ancora, una serata memorabile ricreata dallo scritto del misticoLanglois, il prete che non si spaventava di una penna.
“Rompi il tuo silenzio, dimmi chi sei”. L’incipit della possente voce di Sebastiano scuote ancora le coscienze. Recitò Langlois, il Cileno che non aveva mezzi termini nella cronaca. “Dici di avere la verità, ma che cos’è la verità? Il silenzio, la verità è lui? Nessuno ha mai parlato così. La verità? Basta con la metafisica! Basta con la mistica! Io non sono un mistico greco, non sono un poeta, sono un politico! Per questo faccio il procuratore in questo paese”. Il Sagrato di Sant’Anna si scosse. Non era aduso a testi così rivoluzionari. Il nostro grande attore, sì, da gran ricercatore qual era, qual è, ci lascia in eredità quelle vibrazioni tristemente attuali mentre soffiano, prepotenti, venti di odio, di vendetta, di sopraffazione.Guarda il video di 2minuti del 13-04-2017 “Quest’uomo è innocente – recitò commosso – ma non sa cavarsela”. L’uomo innocente, ancora lui. “Io non trovo in costui alcuna sovversione perché dovrei crocifiggerlo?”. Tentò di contrastare i ripetuti “Crocifiggilo!” della folla”. Eppure, “il suo Verbo si fece carne, carne della carneficina di Aushwitz, carne ebrea all’ingrosso, carne delle scuole elementari, carne convertibile in grasso, convertibile in silenzio degli arcipelaghi, carne della follia delle “Folies Bergère”, carne dei suicidi sui fiumi, carne dei feti abortiti per la cosmetica, carne di Gesù che muore, carne della ingegneria genetica, carne dell’infermità mentale, carne delle radiazioni atomiche, per l’immensità di Dio”.
Il largo, mesto, vibrare dell’orchestra diretta dal Maestro AntonioGranata, incornicia una serata che oltrepassa il tempo. “La via crucis – canta, recitando – ha una lunghezza esatta di 500 metri. I più lunghi della Creazione. La teoria della relatività ammutolisce di fronte a questa distanza. La croce ha un peso esatto di 70 chili. Questi 70 chili sono i più pesanti dell’Universo, che gravita intorno a questa croce: la forza con cui Gesù la abbracciò, non è esprimibile. Un lavoro cosmico non misurabile”.
Il tempo è relativo, perché quell’ascesa continua, pur se fra mille venti di fuoco. E il grande attore, si fermò, insieme allo scrivente, al maestro, esausti, dopo la serata, sotto l’arco della Chiesa e disse: “Io non so, spero, cerco, ma è troppo grande tutto questo”. Parole che serbiamo nel nostro cuore, afferrando la speranza, la ricerca, la grandezza dell’Uomo. E riflettemmo su queste parole dello scrittore cileno: “L’essere umano”, ha la dolorosa capacità di vivere senza interrogarsi sul senso della vita, e può trascorrere anni in quello stato di vuoto. Ma quando il dolore irrompe nella tua vita, allora diventa difficile sfuggire alla grande domanda sul significato del dolore. Perché non è degno dell’uomo soffrire come bestie, cioè con ruggiti e senza domande.” Il resto è ancora da scrivere. Le musiche della “Bella Passione” sono dell’amico Antonio Granata, anima della rappresentazione portata in giro per l’Italia. “Sebastiano manca, se n’è andato troppo presto – dice oggi Granata – è l’unico Pirandello che avevamo qui”.
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LE FUCATE (i fucati) RISCALDANO L’ARRIVO DELLA LUCE
Certe notti non sono uguali. Non possono esserlo. Neppure davanti alle difficoltà presenti in ogni famiglia. Il fuoco è un elemento naturale che desta ardore e illumina l’Avvento. Schiarisce gli animi, fa luce sulle vie dei carrettieri, dove i commerci s’incrociavano dalla lontana Catania.
⬆️ GIARDA IL VIDEO DI 2minuti ⬆️ Sostituisce, sotto il cielo nero e limpido di stelle, le luci a intermittenza. Lì, al “Santuzzo”, dove il Palio finisce e il cavallo arriva stremato dopo una lunga corsa, stanotte sarà luce fino alla Stella del mattino. IL Ceppo di Natale, ha lontane radici, spiana la rinascita, spegne le tenebre. Le vie si riempiono ancora degli antichi rumori, delle voci d’innocenti bambini e di anziani che ammassano quella legna che ancora scalda il cuore. Nel falò arde il fuoco del rinnovamento, di quella speranza che non può e non deve andar dissolta da mode di passaggio. E’ un rito che profuma di nuovo, di bello, di vivo.
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FLORIDIA. SEBASTIANO LO MONACO: EDIPO RE, UOMO, PASSIONE, FEDE
Non avrei voluto scrivere di te, che mi/ci venivi a prendere nei giorni del Ginnasio per recitare l’Alcesti sulle pietre del Teatro Greco. E passavi a prenderci tutti, uno ad uno, senza dimenticarsi mai di alcuno. No. Non avrei proprio voluto. Un tuo sorriso c’illuminava, un tuo gesto ci spiegava, un tuo modulare la voce ampliava l’anima. E ora , materialmente, non ci sei. Sei ancora davanti alla nostra bella chiesa di Sant’Anna, mentre ragionavamo di vita col Maestro Antonio Granata e con la Orchestra. Era fin’estate, Tu mi esprimesti i tuoi dubbi sulla Fede, sulla Speranza, sulla Carità. Poi ti chiesi: “Posso scrivere quel che voglio? Se vuoi te lo leggo”. E tu, dolcissimo: “Ma ‘tu si prufissuri, cchi ‘ttaiu addiri”. Invece te lo lessi egualmente. Replicaste il testo del religioso nelle Marche: vi seguii anche lì, felice della vostra felicità. Lui Tuonò con le parole di Langlois: forte, accorato, teso al Cielo: “La Resurrezione di Cristo è l’unico avvenimento della storia dell’umanità”. Una vergata di sangue sull’anime. I giovanissimi , guidati da Antonio Granata, scrissi, furono condotti attraverso una prova di maturità che li ha realmente fatti crescere. L’orchestra si fece una cosa sola , una sola voce, col nostro Sebastiano. Incredibile: non si vergognò di spogliarsi davanti al suo uditorio, attento, stremato, estasiato. E poi quelle parole, quelle parole che lasciavano presagire, sentire, quel che il Nostro provava: “I 500 metri verso il Golgota sono i più lunghi della Creazione; la teoria della relatività – gridò, squarciando la volta di Sant’Anna – ammutolisce difronte a questa distanza: la Croce ha un peso esatto di 70 chili, i più pesanti dell’Universo”. E poi, come un Cristo, ripiegò il suo volto , quasi spezzato, sulle sue grandi spalle. Fragili, possenti, fragili. “Satana! Io avrei preferito che ti sbagliassi da cima a fondo: si può dire che tu abbia salvato il mondo da Satana? Tu, Satana, in effetti, liberavi da Satana i figli di Eva”.
Il lebbroso, l’amoroso, il ferito di Dio, il sacerdote vittima, non poteva morire gridando “Viva Cristo Re: No, egli morì nella immensa oscura morte, nella totale, paurosa morte dell’uomo. Il Redentore: lui non vive Gesù Cristo, ma entrò , nudo, fra il Cielo e la Terra Abbandonato nel puro amore. E morì tutte le morti derelitte, una ad una. Al grido del malato, al terrore del perverso all’angoscia del senza Dio e senza legge, si contrappone il tormento della vergine assassinata, orbata del più bello fra i figli; per amore volle morire l’orrore della morte in se; per far sì che la morte vedesse io e gridasse: “Viva Cristo RE”. Non ho mai ascoltato alcun attore cimentarsi con i testi apocrifi di Langlois. O almeno con questa forza, con questa intensità, con questa consapevolezza. Un dolore fatto poesia, da consegnare ai posteri. Sicuramente hai recitato il tuo Calvario, Sebastiano, e sei asceso lì, dove nessuno può immaginare.
Sebastiano, la sua cultura, l’espressione d’anima, rilancia Floridia ti fa sentir fiero di questa città apparentemente dimentica delle sue tradizioni musicali, poetiche, teatrali, umane. L’unico, o comunque fra i pochi ad aver cultura del dubbio, del non prostrarsi se non al Cielo, è stato Sebastiano. Quelle notti d’Agosto afoso, davanti a Sant’Anna, rileggemmo una parte del testo dello scrittore cileno, inviso ai massimalismi, che diceva: “Lo ritenevano pazzo e di certo non erano i soli. Fu vinto da una cricca di politici e teologi del suo paese. I suoi discepoli lo abbandonarono a mezzanotte”.
Ci resta quel ricordo del dubbio, dell’umana passione, davanti a una Sant’Anna immota, testimone della bella Floridia.2minutes, 2minuti, affetto, alcesti, anima, Antonio Granata, carità, chiesa di sant’anna, creazione, cristo, Cultura, cultura e dubbio, dubbio, edipo re, estate, fede, felicità, figli di eva, Floridia, forza, ginnasio, grido, i 500 metei verso il golgota, illuminava, in faccia alla morte, in punta di piedi, inconsapevoli, inda, la croce, Langlois, legati alla persona buona, maestro, modulare, morte dell’uomo, notizie, orchestra, passione, pazzo, resurezione, ricordo, sant’anna immota, satana, Sebastiano Lo Monaco, senza nulla chiedere, siceramente, soldi, sorriso, speranza, teatro greco, teoria della relatività, testimone della bella floridia, tutti, uomo, va via, vergata, vita, viva cristo re, voce -
SIRACUSA. CIAMPI CANTA ANCORA ATTRAVERSO SALVO FRUCIANO
Digitare di un collega è dura. Non è solo un collega. E’ un musicista: sa declinare scrittura e voce. La musica e la scrittura sino inscindibili. Come la poesia di Piero Ciampi. La sua voce è impressionante per tenerezza e profondità. Anche quando sembra debba arrampicarsi su vette ancora impervie, su chiavi fatte da diesis “inerpicabili”.
GIARDA IL VIDEO dei
Salvo Fruciano & Friends
“Tu con la testa io con il cuore”
di Piero CiampiE’ Salvo Fruciano: l’eterno Peter Pan, artista, penna, l’ultimo fra i romantici. Alla caccia di canzoni vere, sconosciute ai ragazzetti, ma capaci penetrare nei meandri dell’anime, “Queste maledette parole”.
La canzone di Ciampi dice ciò che non si deve dire, rivela ciò che non si può descrivere con le parole. Salvo ne è testimone, con la voce che, a volte, s’incrina per la commozione, Vitale, forte, vibrante, etereo. Assieme al consolidato “Salvo Fruciano and Friends”, abbiamo un delicatissimo Salvino Strano al piano, Matteo Blundo alla viola, il sicuro Santi Romano al contrabbasso e Giovanni Mauceri alla batteria.
Di rilievo la fotografia e il montaggio, opera dell’ottimo Francesco Sole.
Ed è ancora poesia, malinconia, speranza. Le parole sole, le parole sole, non possono dir tutto.
Nb: Salvo Fruciano & Friends
Tu con la testa io con il cuore
di Piero CiampiSalvo Fruciano voce
Salvino Strano piano
Matteo Blundo viola
Santi Romano
contrabbasso
Giovanni Maucieri batteriaFotografia e montaggio
Francesco Sole
Registrato da Lorenzo Coriglione presso MK Studio di Valerio Zappulla (Floridia)
Mixato e Masterizzato da Lorenzo Coriglione presso Futura Studio (Siracusa)#LorenzoCoriglione, #SalvoFruciano&Friends, 2minuti, amore, Arte, canto, Cultura, cuore, Floridia, FotografiaemontaggioFrancescoSole, FuturaStudio, GiovanniMaucieribatteria, MatteoBlundoviola, MKStudiodiValerioZappulla, notizie, RegistratodaLorenzoCoriglione, SalvinoStranopiano, SalvoFrucianovoce, SantiRomanocontrabbasso, Siracusa, Società, tempo, tuconlatestaioconilcuorediPiero Ciampi, vita -
LETTERA AL DIRETTORE: “La mia delusione su tutto è tanta”
Gentilissimo dott. Rubino,
Volevo condividere con lei alcune riflessioni che nascono dall’osservazione di una realtà che piace sempre meno, deludente sempre di più. E non solo per me.
Sulla democrazia la prima questione.
Esiste o è un’illusione?
Nell’antica Grecia la democrazia era “partecipazione di tutti” alla gestione della cosa pubblica (lo ricordo demossignifica popolo), il principio democratico dell’isonomia, ovvero l’uguaglianza di tutti davanti alla legge, costituiva il cuore pulsante della politica ateniese. Ora quale democrazia ci resta, manca la gestione della cosa pubblica e anche il cuore.
Pensiamo soltanto al numero di chi si astiene dall’andare a votare, si tratta di oltre il 50 per cento degli aventi diritto (e tendenzialmente questo è un dato in crescita), quindi siamo governati dalla maggioranza di una minoranza. Il resto ha pensato bene di abbandonare ogni illusione e bada al proprio “orto”, sa che se vuole essere curato dovrà rivolgersi alla sanità privata, sa che se vuole mangiar bene dovrà spendere il doppio, sa che ogni decisione non è mai finalizzata al bene comune ma a rimpinguare il conto in banca di qualcuno. Bene comune, cos’è. Non esiste. Il bene o è mio o è tuo. Condivisione è il bluff del social.
I migliori non vogliono mettersi a disposizione, è morta l’idea di servizio per gli altri.
Nell’era in cui ci propugnano l’inclusione, la prosocialità, si diffonde intimamente un, nemmeno tanto nascosto, inevitabile egoismo.
Il popolo? È, infine, un’entità buona come slogan nelle campagne elettorali perché basta assegnare le briciole per ottenere il silenzio, l’accondiscendenza, è persino più elogiato quando non si reca alle urne. Il paravento è che le urne si aprano, che nessuno vada non importa.
Prospettive per il futuro? Un probabile forte astensionismo per le europee conviene al potere attuale,che si autoreferenzia, si promuove. È la strega di Biancaneve che si guarda allo specchio e ottiene ciò che vuol sentirsi dire: non c’è nessuno in grado di ostacolarlo.
Si realizza così la dittatura delle minoranze, delle nuove elites, delle nuove aristocrazie.
Per quanto tempo sopporteremo in silenzio decisioni che non ci riguardano, che ci mortificano, che ci impoveriscono materialmente e spiritualmente?
Giovanna Sempione
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CATANIA. RODOLFO TORRISI: “ETTORE MAIORANA È VIVO”
“La Fisica non avrebbe mai dovuto condividere le sue scoperte con il potere”.
La scena è chiaroscurale, rischiarata da una vecchina, donna Salvatrice, sua madre, nata a pochi passi da via Caronda. “Ettore è un genio. Lo diceva Fermi”, esordisce la donna risvegliandosi dal torpore. “Egli era soprattutto l’anima dei ragazzi di via Panisperna”. L’attore si scompone in più personaggi facendo rievocare a Salvatrice la sua Catania ridente, quella di Villa Bellini, di via Etnea e dell’amore che la porta a concepire i suoi cinque figli. “U sapiti ‘cu erano i Maiorana a Catania? Erano Deputati, senatori, professori, giuristi”. Titoli cui donna Salvatricenon punta davvero perché ci sono cose più importanti nella vita. Amare. E come non amare Fabio, che fondò l’azienda telefonica di Catania? Ettore nacque nella calura d’agosto. Fin da subito “era spettu”. Giocava con i numeri già a cinque anni e le radici cubicheerano le sue fantasie!”.
GUARDA IL VIDEO di 2minuti ⤴️ La donna s’illumina ricordando Orso Mario Corbino. Lo scienziato che, da Augusta, diviene professore nella Roma papalina, creando il primo Nuovo Polo di Fisica. Franco Rasetti, altro brillante studente, viene chiamato da Corbino; il cenacolo degli studiosi avrebbe accolto tutti gli studenti che avessero voluto effettuare il passaggio accademico da Ingegneria a Fisica. Edoardo Amaldi, da Piacenza, ed Emilio Segrè, i primi pilastri. Segrè persuade Ettore a completare il gruppo dei ragazzi di via Panisperna dove tutti trovano la propria strada. Ma Ettore, per la madre, la perse, quella strada. Il segreto dell’atomo diviene il suo successo internazionale, ma anche il suo misterico dileguarsi. Le rimane la pena, “perché il dolore più grande di tutti i genitori è sopravvivere ai propri figli”. Torrisi è un performer anche nei tempi di scena, dando vita a Enrico Fermi, con la sua versione dei fatti.
“Ettore è un saraceno al modello statistico dell’atomo”, rammentaFermi con piglio da Nobel. Rammenta che ma Ettore, in un giorno, riesce a evidenziare un segreto che non volle mai pubblicare: l’esistenza del neutrone. “Gli chiesi di farlo sapere a tutti, ma non volle; non pubblicò neppure la teoria delle forze di scambio nucleare, che allora mise a soqquadro la comunità scientifica”. Arriva ad osservare, sul grande Eisemberg: “Egli ha detto tutto quello che si doveva dire, spiegando anche troppo”. LaFisica ha in mano una grande forza che sarebbe potuta sfuggire all’uomo. Maiorana diviene amico di Eisemberg perché lo studioso non era come gli altri fisici: Karl era un musicista, unletterato, un altro scienziato che seppe dir “no”. Solo Ettore puòpermettersi di correggerlo dimostrando come gli elettroni non rimangano nel nucleo ma ruotino all’esterno. Fu il trionfo di Ettore Maiorana, che rientra a Roma, stravolto: si isola, studia, conduce una vita eremitica. “Eppure avevamo scoperto qualcosa di nuovo” – ricorda Fermi – Ma Ettore rimase ai marginivolutamente: eravamo dei cretini! Avevamo spaccato l’atomo e non ci credevamo!”. Finalmente, Ettore esce dal suo isolamento, partecipando al concorso per cattedra di Fisica. Lo vince “per chiara fama”, solo poiché il meno titolato, Giovannino Gentile, èfiglio del ministro della Pubblica Istruzione (un vero problema politico). Ma dopo appena due lezioni Ettore si dilegua proprio mentre la Germania nazista prende il sopravvento in Europa. A questo punto, Fermi decide di proteggere la moglie, ebrea, fuggendo in America.
Il mistero continua. Entra in azione Sciascia, con la suaricostruzione più verosimile che si poggia sulle due lettere di Maiorana. In una, alla famiglia, chiede perdono, preannunciando il suicidio; in un’altra, chiede perdono per il suo gesto al suo direttore, Carrelli. Una lettera resta aperta (quella alla famiglia) e quella a Carrelli la spedisce. Solo che…esce di casa con 70 mila dollari in tasca e salpa da Napoli su un traghetto dove, di certo,non si suicida poiché sbarca l’indomani a Palermo. “Caro Carrelli, il mare mi ha rifiutato, ma ho intenzione di rinunciare all’insegnamento”. Queste le sue ultime parole. Dall’America, i rumori: “E’ stato rapito da Hitler”, “E’ in Argentina”, è in Venezuela! No, è in Sicilia, col soprannome di Tommaso Lipari. “Ma i morti si trovano, solo i vivi possono scomparire” commentaun commissario del regime nel tentativo di ritrovarlo.Il resto della vicenda? Anche Paolo Borsellino aveva indagato sul caso, senza arrivare a risultati certi. E il corpo del messaggio di Torrisi? Lo scoprirete soltanto entrando nella sua scena magica,reale, triste, gravida di speranza. Ci troverete l’Isolitudine e l’empatia, la spiritualità dei numeri e la concretezza della vita e la scelta della vita sulla morte. Vi rinverrete il testamento “dell’uomo che capiva le cose prima degli altri ma non gli dava il giusto peso”.
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SIRACUSA. SP12: AUMENTANO I CUMULI D’IMMONDIZIA
Mentre le città diventano sempre più green e Smart, i collegamenti sono come un’infiorata. Di più. È economia circolare: sanitari? C’è tutto l’occorrente. Soggiorni? Anche in legno, se necessari. Molta la plastica riutilizzabile. Eppoi non mancano le vernici: il giusto colore si trova sempre. Questa è la Sp12 sull’Anapo. Sufficientemente lontana dai salotti buoni, sempre a portata di scarico
FOTO 2minuti – SP12 I CUMULI D’IMMONDIIA -
SIRACUSA. LA GUARDIA COSTIERA SOCCORRE UN BAGNANTE
𝘕𝑜𝘯𝑜𝘴𝑡𝘢𝑛𝘵𝑒 𝑙𝘦 𝘱𝑎𝘳𝑡𝘪𝑐𝘰𝑙𝘢𝑟𝘪 𝘤𝑜𝘯𝑑𝘪𝑧𝘪𝑜𝘯𝑖 𝑚𝘦𝑡𝘦𝑜𝘳𝑜𝘭𝑜𝘨𝑖𝘤ℎ𝘦 𝘪𝑛 𝑎𝘵𝑡𝘰 𝘴𝑢𝘭𝑙𝘰 𝘪𝑜𝘯𝑖𝘰 𝘮𝑒𝘳𝑖𝘥𝑖𝘰𝑛𝘢𝑙𝘦, 𝑐𝘢𝑟𝘢𝑡𝘵𝑒𝘳𝑖𝘻𝑧𝘢𝑡𝘦 𝘥𝑎 𝑓𝘰𝑟𝘵𝑒 𝑣𝘦𝑛𝘵𝑜 𝑒 𝑚𝘢𝑟𝘦 𝘮𝑜𝘴𝑠𝘰, 𝑛𝘰𝑛 ℎ𝘢𝑛𝘯𝑜 𝑓𝘢𝑡𝘵𝑜 𝑑𝘦𝑠𝘪𝑠𝘵𝑒𝘳𝑒 𝑢𝘯 𝘪𝑛𝘤𝑎𝘶𝑡𝘰 𝘣𝑎𝘨𝑛𝘢𝑛𝘵𝑒 𝑑𝘢𝑙𝘭’𝘪𝑚𝘮𝑒𝘳𝑔𝘦𝑟𝘴𝑖 𝑛𝘦𝑙𝘭𝑜 𝑠𝘱𝑒𝘤𝑐𝘩𝑖𝘰 𝘢𝑐𝘲𝑢𝘦𝑜 𝑎𝘯𝑡𝘪𝑠𝘵𝑎𝘯𝑡𝘦 𝘪𝑙 𝑙𝘪𝑡𝘰𝑟𝘢𝑙𝘦 𝘥𝑖 𝐺𝘢𝑙𝘭𝑖𝘯𝑎 – 𝐶𝘰𝑚𝘶𝑛𝘦 𝘥𝑖 𝐴𝘷𝑜𝘭𝑎 (𝘚𝑅)- 𝑐𝘢𝑟𝘢𝑡𝘵𝑒𝘳𝑖𝘻𝑧𝘢𝑡𝘰 𝘥𝑎 𝑠𝘤𝑜𝘨𝑙𝘪𝑒𝘳𝑒 𝑎𝘭𝑡𝘦 𝘦𝑑 𝑎𝘯𝑓𝘳𝑎𝘵𝑡𝘪 𝘳𝑜𝘤𝑐𝘪𝑜𝘴𝑖.
𝘓𝑎 𝑓𝘰𝑟𝘵𝑒 𝑟𝘪𝑠𝘢𝑐𝘤𝑎 𝑛𝘰𝑛 ℎ𝘢 𝘤𝑜𝘯𝑠𝘦𝑛𝘵𝑖𝘵𝑜 𝑎𝘭𝑙’𝑢𝘰𝑚𝘰 𝘥𝑖 𝑟𝘪𝑠𝘢𝑙𝘪𝑟𝘦 𝘭𝑎 𝑠𝘤𝑜𝘨𝑙𝘪𝑒𝘳𝑎 𝑒 𝑠𝘰𝑙𝘰 𝘥𝑜𝘱𝑜 𝑖𝘭 𝘱𝑟𝘰𝑣𝘷𝑖𝘥𝑒𝘯𝑧𝘪𝑎𝘭𝑒 𝑖𝘯𝑡𝘦𝑟𝘷𝑒𝘯𝑡𝘰 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘊𝑃 323 𝑑𝘦𝑙𝘭𝑎 𝐺𝘶𝑎𝘳𝑑𝘪𝑎 𝐶𝘰𝑠𝘵𝑖𝘦𝑟𝘢 𝘥𝑖 𝑆𝘪𝑟𝘢𝑐𝘶𝑠𝘢, 𝑖𝘯𝑡𝘦𝑟𝘷𝑒𝘯𝑢𝘵𝑎 𝑠𝘶 𝘥𝑖𝘴𝑝𝘰𝑠𝘪𝑧𝘪𝑜𝘯𝑒 𝑑𝘦𝑙𝘭𝑎 𝑠𝘢𝑙𝘢 𝘰𝑝𝘦𝑟𝘢𝑡𝘪𝑣𝘢 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘊𝑎𝘱𝑖𝘵𝑎𝘯𝑒𝘳𝑖𝘢 𝘥𝑖 𝑝𝘰𝑟𝘵𝑜 𝑑𝘪 𝘚𝑖𝘳𝑎𝘤𝑢𝘴𝑎, 𝘢 𝘴𝑒𝘨𝑢𝘪𝑡𝘰 𝘥𝑖 𝑢𝘯𝑎 𝑠𝘦𝑔𝘯𝑎𝘭𝑎𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦 𝘳𝑖𝘤𝑒𝘷𝑢𝘵𝑎 𝑎𝘭 𝘯𝑢𝘮𝑒𝘳𝑜 𝑏𝘭𝑢 𝑝𝘦𝑟 𝑙𝘦 𝘦𝑚𝘦𝑟𝘨𝑒𝘯𝑧𝘦 𝘪𝑛 𝑚𝘢𝑟𝘦 “1530”, 𝘭’𝘶𝑜𝘮𝑜 𝑒̀ 𝑠𝘵𝑎𝘵𝑜 𝑡𝘳𝑎𝘵𝑡𝘰 𝘪𝑛 𝑠𝘢𝑙𝘷𝑜.
𝘐𝑙 𝑚𝘢𝑙𝘤𝑎𝘱𝑖𝘵𝑎𝘵𝑜 𝑛𝘰𝑛𝘰𝑠𝘵𝑎𝘯𝑡𝘦 𝘭𝑎 𝑠𝘵𝑎𝘯𝑐𝘩𝑒𝘻𝑧𝘢 𝘦𝑑 𝑖𝘭 𝘵𝑖𝘮𝑜𝘳𝑒 𝑑𝘪 𝘯𝑜𝘯 𝘧𝑎𝘳𝑐𝘦𝑙𝘢 𝘯𝑜𝘯 𝘩𝑎 𝑛𝘦𝑐𝘦𝑠𝘴𝑖𝘵𝑎𝘵𝑜 𝑑𝘪 𝘤𝑢𝘳𝑒 𝑚𝘦𝑑𝘪𝑐𝘩𝑒 𝑒𝘥 𝘦̀ 𝘴𝑡𝘢𝑡𝘰 𝘴𝑏𝘢𝑟𝘤𝑎𝘵𝑜 𝑖𝘯 𝘤𝑜𝘯𝑑𝘪𝑧𝘪𝑜𝘯𝑖 𝑑𝘪 𝘴𝑖𝘤𝑢𝘳𝑒𝘻𝑧𝘢 𝘯𝑒𝘭 𝘱𝑜𝘳𝑡𝘰 𝘎𝑟𝘢𝑛𝘥𝑒 𝑑𝘪 𝘚𝑖𝘳𝑎𝘤𝑢𝘴𝑎.
𝘓𝑎 𝐺𝘶𝑎𝘳𝑑𝘪𝑎 𝐶𝘰𝑠𝘵𝑖𝘦𝑟𝘢 𝘥𝑖 𝑆𝘪𝑟𝘢𝑐𝘶𝑠𝘢 𝘤𝑜𝘨𝑙𝘪𝑒 𝑙’𝑜𝘤𝑐𝘢𝑠𝘪𝑜𝘯𝑒 𝑝𝘦𝑟 𝑟𝘪𝑐𝘰𝑟𝘥𝑎𝘳𝑒 𝑎 𝑡𝘶𝑡𝘵𝑎 𝑙𝘢 𝘤𝑜𝘭𝑙𝘦𝑡𝘵𝑖𝘷𝑖𝘵𝑎̀ 𝑑𝘪 𝘱𝑟𝘢𝑡𝘪𝑐𝘢𝑟𝘦 𝘶𝑛𝘢 𝘣𝑎𝘭𝑛𝘦𝑎𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦 𝘴𝑖𝘤𝑢𝘳𝑎 𝑒 𝑑𝘪 𝘢𝑑𝘰𝑡𝘵𝑎𝘳𝑒 𝑡𝘶𝑡𝘵𝑒 𝑙𝘦 𝘢𝑐𝘤𝑜𝘳𝑡𝘦𝑧𝘻𝑒 𝑛𝘦𝑐𝘦𝑠𝘴𝑎𝘳𝑖𝘦 𝘱𝑒𝘳 𝘭𝑎 𝑝𝘳𝑜𝘱𝑟𝘪𝑎 𝑖𝘯𝑐𝘰𝑙𝘶𝑚𝘪𝑡𝘢̀, 𝑣𝘢𝑙𝘶𝑡𝘢𝑛𝘥𝑜, 𝘱𝑟𝘪𝑚𝘢 𝘥𝑖 𝑒𝘯𝑡𝘳𝑎𝘳𝑒 𝑖𝘯 𝘢𝑐𝘲𝑢𝘢, 𝑙𝘦 𝘢𝑡𝘵𝑢𝘢𝑙𝘪 𝘤𝑜𝘯𝑑𝘪𝑧𝘪𝑜𝘯𝑖 𝑚𝘦𝑡𝘦𝑜𝘳𝑜𝘭𝑜𝘨𝑖𝘤ℎ𝘦.
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