17 Maggio 2025

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  • FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”

    FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”

    Dopo svariati appelli sui social, il sindaco di Floridia, Marco Carianni, accelera nella sua azione tecnica contro l’abbandono dei rifiuti. “Non avremo più alcuna tolleranza nei confronti di chi prosegue nell’abbandono delle immondizie”. Un plauso era dovuto alla Polizia Municipale, e così è stato: L’azione preventiva si era estesa anche ai territori viciniori, con grande dispendio di energie. “Nel mese di gennaio 2025 – prosegue Carianni – in seguito ai controlli svolti sul territorio dagli agenti della Polizia Municipale, sono stati denunciati penalmente cinque soggetti proprio per l’abbandono di rifiuti.

    “I trasgressori sanzionati – approfondisce –   sono stati individuati grazie ai dispositivi di videosorveglianza dell’Amministrazione ed obbligati anche alla rimozione dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi”.  Adesso l’ulteriore stretta: “La lotta all’abbandono dei rifiuti – dice il sindaco – deve riguardare tutti i cittadini. I positivi risultati sono il frutto del lavoro della comandante della Polizia Municipale e di tutti gli agenti. Il decoro e la pulizia della città di Floridia dipendono da tutti noi e per questo occorre rispettare le regole, sensibilizzando tutti. Non siamo più disposti a tollerare determinati comportamenti nocivi sia per i residenti delle zone interessate, sia per l’ambiente”. Quindi la chiosa: “Solo se lavoreremo in modo unitario potremo davvero crescere come comunità”.

    R. R.

  • Mi piace il tuo QR-code

    Mi piace il tuo QR-code

    RIFLESSIONI ALLA RINFUSA SULLA QUOTIDIANITA”

    Siamo un Qr-code verde, leggermente elettrico. Il nostro nome “mai nessun saprà”: è proibito pronunciarlo. Molto meglio scansionarlo con passione, strofinandoci i chip più matti. E d’altronde, dimmi, senza quel quadratino sul braccio, meraviglioso dei suoi milioni di punti neri, tu, realmente, chi saresti? Io non potrei riconoscerti e, quindi, non uscirei con te. Oh, guarda, piuttosto vado su una dating-app (fa figo usare parole straniere dappertutto: per i boomers, significa “applicazione per appuntamenti), dove almeno c’è un codice. Sì, con un codice so chi tu realmente sia, quali perversioni hai, le tue medicine, i tuoi tic. Non mi serve abbracciarti o respirarti. Un tempo, forse. Ma oggi è pericoloso dar scandalo: è come andare sotto la pioggia e beccarsi un’influenza fuorilegge. O come stare al Sole a pelle nuda, su una spiaggia lattiginosa. Allora che fai, ti aspetto? Prendi l’auto per venire da me, ché sto uscendo per una ricarica: fermati alla prima colonnina, quella artificiale. Spero di non incendiarmi nell’attesa del tuo download. Al limite, ci facciamo un refresh virtuale nel green del mio conto in red.

  • FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”

    FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”

    disse il compianto Sebastiano Lo Monaco, durante l’indimenticabile “Bella Passione” portata in scena nel 2017

    Sulle note di Antonio Granata, riecheggia ancora, una serata memorabile ricreata dallo scritto del misticoLanglois, il prete che non si spaventava di una penna.
    “Rompi il tuo silenzio, dimmi chi sei”. L’incipit della possente voce di Sebastiano scuote ancora le coscienze. Recitò Langlois, il Cileno che non aveva mezzi termini nella cronaca. “Dici di avere la verità, ma che cos’è la verità? Il silenzio, la verità è lui? Nessuno ha mai parlato così. La verità? Basta con la metafisica! Basta con la mistica! Io non sono un mistico greco, non sono un poeta, sono un politico! Per questo faccio il procuratore in questo paese”. Il Sagrato di Sant’Anna si scosse. Non era aduso a testi così rivoluzionari. Il nostro grande attore, sì, da gran ricercatore qual era, qual è, ci lascia in eredità quelle vibrazioni tristemente attuali mentre soffiano, prepotenti, venti di odio, di vendetta, di sopraffazione. 

    Guarda il video di 2minuti del 13-04-2017

    “Quest’uomo è innocente – recitò commosso – ma non sa cavarsela”. L’uomo innocente, ancora lui. “Io non trovo in costui alcuna sovversione perché dovrei crocifiggerlo?”. Tentò di contrastare i ripetuti “Crocifiggilo!” della folla”. Eppure, “il suo Verbo si fece carne, carne della carneficina di Aushwitz, carne ebrea all’ingrosso, carne delle scuole elementari, carne convertibile in grasso, convertibile in silenzio degli arcipelaghi, carne della follia delle “Folies Bergère”, carne dei suicidi sui fiumi, carne dei feti abortiti per la cosmetica, carne di Gesù che muore, carne della ingegneria genetica, carne dell’infermità mentale, carne delle radiazioni atomiche, per l’immensità di Dio”.

    Il largo, mesto, vibrare dell’orchestra diretta dal Maestro AntonioGranata, incornicia una serata che oltrepassa il tempo. “La via crucis – canta, recitando – ha una lunghezza esatta di 500 metri. I più lunghi della Creazione. La teoria della relatività ammutolisce di fronte a questa distanza. La croce ha un peso esatto di 70 chili. Questi 70 chili sono i più pesanti dell’Universo, che gravita intorno a questa croce: la forza con cui Gesù la abbracciò, non è esprimibile. Un lavoro cosmico non misurabile”. 

    Il tempo è relativo, perché quell’ascesa continua, pur se fra mille venti di fuoco. E il grande attore, si fermò, insieme allo scrivente, al maestro, esausti, dopo la serata, sotto l’arco della Chiesa e disse: “Io non so, spero, cerco, ma è troppo grande tutto questo”. Parole che serbiamo nel nostro cuore, afferrando la speranza, la ricerca, la grandezza dell’Uomo. E riflettemmo su queste parole dello scrittore cileno: “L’essere umano”, ha la dolorosa capacità di vivere senza interrogarsi sul senso della vita, e può trascorrere anni in quello stato di vuoto. Ma quando il dolore irrompe nella tua vita, allora diventa difficile sfuggire alla grande domanda sul significato del dolore. Perché non è degno dell’uomo soffrire come bestie, cioè con ruggiti e senza domande.” Il resto è ancora da scrivere. Le musiche della “Bella Passione” sono dell’amico Antonio Granata, anima della rappresentazione portata in giro per l’Italia. “Sebastiano manca, se n’è andato troppo presto – dice oggi Granata – è l’unico Pirandello che avevamo qui”.

  • CATANIA. IL MISTERO DI ETTORE MAIORANA PORTATO IN SCENA DA RODOLFO TORRISI

    CATANIA. IL MISTERO DI ETTORE MAIORANA PORTATO IN SCENA DA RODOLFO TORRISI

    ALLLA SOCIETÀ STORICA CATANESE DI VIA ETNEA, IL 17 FEBBRAIO, I NUOVI SPUNTI DI RIFLESSIONE

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    Maiorana è scappato, no: s’è suicidato, è stato suicidato. Non si sa. Uno dei più grandi misteri della contemporaneità messo in scena dalla voce narrante di Sciascia. Uno Sciascia acceso, stanco, appassionato, inquisitorio: è il Rodolfo Torrisi dai mille volti. Ermetico, poetico, ombroso, follemente ricercatore di una verità che sfugge sempre, nel Belpaese. La famiglia di Sciascia è impressionata dal sincero approccio dell’artista. Maiorana, dov’è? È ancora nel trapanese? Lo stesso Paolo Borsellino se ne occupò. Fuggì, obbligato, in Germania per l’atomico Terzo Reich? O il più grande fisico catanese riposa in Sudamerica, sui prati di Mar del Plata. “Sciascia – sostiene l’attore – non sosteneva affatto che il nostro potesse essersi suicidato, o , addirittura , aver perso la testa”. C’è un’architettura complessa, fragile, incomprensibile. Il multiforme Torrisi cerca di ricostruirla, ponendo nuovi dubbi, vestendo i panni di tanti personaggi alla ricerca di una “verità sostenibile”.

  • FLORIDIA. “CERTE NOTTI DI LUCE”

    FLORIDIA. “CERTE NOTTI DI LUCE”

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    Ci sono notti di luce, che vengono da lontano. Conservano ancora la brace e i fumi delle antiche contrade. Quando il poco era tanto e l’amore era verità in cui scaldarsi. Ci sono serate dove il fuoco si accende per illuminare chi porta la luce. E i volti nuovamente sorridono, squarciando l’oscurità troppo a lungo vissuta.

  • FLORIDIA. VARATA LA PRIMA BIBLIOTECA DELLE DONNE SUL TERRITORIO

    FLORIDIA. VARATA LA PRIMA BIBLIOTECA DELLE DONNE SUL TERRITORIO
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    Nasce oggi la prima Biblioteca delle donne “varata” sul territorio. Un percorso obbligato, vista l’intensa attività dell’associazione “Focus”, che da anni si era resa protagonista di eventi legati allo scrivere e alla passione per la lettura. Da qui la “istituzionalizzazione” al Comune, attraverso l’assessore alla Cultura, Serena Spada e Marieve Paparella, alle Politiche sociali. Non era presente il sindaco, Marco Carianni, per problemi legati alla sua attività, ma il sostegno istituzionale è già siglato: il 18 sarà inaugurato lo spazio-rosa. “È un evento che cade proprio a novembre – ha sottolineato l’assessore Serena Spada – perché mese dedicato alla violenza sulle donne: accanto a quest’iniziativa, infatti, saranno affiancati ulteriori lavori. Grazie all’associazione “Focus” abbiamo fatto perno proprio su questa caratterizzazione”. Per Stefania Germenia, la Biblioteca delle Donne, pur rappresentando una novità locale, è una realtà che si stava già diffondendo su altri territori: “Una sezione della biblioteca sarà prevalentemente dedicata all’impegno femminile – ha asserito – ai saperi e alla diversità di genere. Ringrazio Fulvia Toscano, direttore artistico di “Naxos Legge”, poiché diversi anni addietro aveva instillato in noi la voglia di realizzare questo impegno: partiamo adesso, grazie alla sensibilità di questa amministrazione, e all’interesse di Serena Spada. Inizieremo ampliando la sezione libri e quella online, pensando a conferenze e mostre multimediali che possano dare maggiore impulso alla lettura”. L’effettiva inaugurazione è fissata per il prossimo venerdì alle 18: il nucleo della sezione è costituito da alcuni testi già presenti nel catalogo della Biblioteca comunale, ma l’incremento delle attività è già in sintonia con “Naxos legge”, col Festival delle Narrazioni e con la” Sicilia delle donne”, oltre al Festival del genio femminile, ideato e promosso proprio da Fulvia Toscano e da Marinella Fiume. L’evento inaugurale costituirà l’occasione per celebrare il centenario verghiano con una conferenza della docente Dora Marchese sulle donne nell’opera di Verga e con un reading della novella “Tentazione”, curato degli alunni dell’Istituto Comprensivo “De Amicis” di Floridia

  • FLORIDIA. IL PARCHEGGIO È UN MIRAGGIO

    FLORIDIA. IL PARCHEGGIO È UN MIRAGGIO
    Foto di 2minuti

    𝑃𝑎𝑟𝑐ℎ𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑙𝑜𝑟𝑖𝑑𝑖𝑎𝑛𝑎. 𝑂 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑖𝑟𝑎𝑐𝑢𝑠𝑎𝑛𝑎. 𝑃𝑜𝑡𝑟𝑒𝑚𝑚𝑜 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑖. 𝑄𝑢𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑙𝑒, 𝑝𝑒𝑟 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜. 𝑆𝑝𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑠𝑖 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑖 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖. 𝐹𝑖𝑛𝑜𝑟𝑎. 𝑈𝑛𝑎 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑒 𝑠𝑝𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑒𝑎: 𝑢𝑛 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑏𝑢𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑜, 𝑛𝑜? 𝐸𝑝𝑝𝑜𝑖, 𝑠𝑢𝑣𝑣𝑖𝑎, 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑢𝑟𝑎: 𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑜𝑡𝑜, 𝑙𝑒 𝑏𝑖𝑐𝑖𝑐𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒, 𝑖 𝑐𝑎𝑣𝑎𝑙𝑙𝑖..𝑢𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜𝑙𝑖. 𝑆𝑎𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑔𝑟𝑒𝑒𝑛. 𝑆𝑖 𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑖̀. 𝐴𝑛𝑧𝑖, “𝑠𝑚𝑎𝑟𝑡“.

  • FLORIDIA. GLI ARANCINI SI FRIGGONO SEMPRE A MONTE PEPE

    FLORIDIA. GLI ARANCINI SI FRIGGONO SEMPRE A MONTE PEPE

    IL SEQUEL DI ” CINQUE DONNE E UN ARANCINO” SI TRASFORMA NEI “CANNOLI DI MARITES”.

    Catena Fiorello: “Un Romanzo delle domne che sanno rimettersi sempre in gioco”.

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    “I Cannoli di Marites”, l’ultimo lavoro di Catena Fiorello, riempiono l’auditorium del Circolo Benedetto Croce. Presentata dall’instancabile amica Mariannella Mangiafico Valenti, ed ospite delle associazioni culturali Focus, della Croce Rossa, del Circolo Benedetto Croce, Demea, Auser, Fidapa Floridia, la scrittrice ammalia l’uditorio. Con la sua prossemica, racconta una Sicilia segreta, non stereotipata, immersa nelle sue montagne, vividamente tratteggiate in punta di penna. “Far riflettere sorridendo” è il suo motto. Improvvisatrice, esordisce con una poesia in vernacolo. Del libro non si parla subito: l’interazione è col pubblico, per raccontarsi insieme. Con i “Cannoli”, continuum di “Cinque donne e un arancino”, Catena riprende un fil-rouge da cui emerge la figura salvifica di un’altra donna: Marites, appunto. Una filippina che si aggiunge alle cinque signore degli arancini. Quelle amiche catapultate nei monti dell’entroterra per rincorrere una rivincita difficile, eppure possibile, riprendono il loro percorso vitale nelle nuove pagine. Facciamo un passo indietro, riallacciandoci al precedente lavoro, dove donna Rosa, vedova, va via da Milano per far ritorno alla propria terra. L’idea di fare gli arancini migliori di Sicilia offre gradevoli sapori, colori, suoni, svelando altre prospettive interiori: non è una scelta classica poiché le impervie montagne di Monte Pepe sono difficilmente accessibili. È un’azione coraggiosa. “La protagonista è innamorata del proprio borgo – sostiene Catena, entrando nel cuore del suo testo – e ci tiene a creare un’attrattiva che calamiti i turisti sulla vetta del sito immaginario di Monte Pepe”. Con le amiche , decide di condurre la gente nel regno degli arancini , dandogli vita anche sui social. Ma non decolla. Rilucono, nello sviluppo della trama, amori, tradimenti, vite, amarezze. Il negozio non va, peraltro. E le attrici sono sul punto di chiudere, fra amori che finiscono e sogni che s’infrangono, inevitabilmente, “perché nella vita non decidiamo solo noi”. La protagonista non si arrende e si reinventa, portando gli arancini negli alberghi. “Noi siciliani siamo eleganti – sottolinea – e le donne siciliane sanno finemente rinascere quando meno te lo aspetti, con l’aiuto di altre donne. Nel sequel “I Cannoli di Marites” , Nunziatina trasfigura Monte Pepe nel “Borgo della Poesia e dell’incanto”. Le poesie non appartengono solo alle persone colte, ma anche a quelle meno titolate “Perché la poesia è una medicina”. Queste liriche vengono disposte nel dipanarsi della storia secondo un’armonica sequenza logico poetica. Il cibo è un pilastro dell’architettura narrativa. Il racconto invita a interpretare i componimenti in modo semplice, naturale, ascoltandone i suoni, affidandosi all’intuito. Gli esercizi di stile, secondo la Fiorello, sono sterili, non attraggono i cuori, non si lasciano comprendere. La cultura deve essere accessibile a tutti, mentre la tecnica è fine a se stessa. Il cibo, in tal senso è anche memoria: racconta un passato di semplicità, dove le tensioni sociali non erano così forti, rispetto a un presente in cui serve consapevolezza delle disuguaglianze, dove il libero arbitrio deve essere riconquistato proprio con quella serenità che, un tempo, riusciva ad abbattere le frustrazioni. E se non racconti la storia delle persone, la loro cantabile quotidianità, sottrai i colori ed i sapori alla narrazione. Solo così, “quell’immanente sollievo” da Catena citato in prefazione, si fa conforto dell’anima.
    Roberto Rubino
    Note. Nella serata, apprezzati gli interventi dei presidi Giorgio Agnellino, Clorinda Coppa, Salvo Cantone, del giovane deputato, Tiziano Spada, della scrittrice Stefania Germenia e dell’assessore Serena Spada
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  • 𝐅𝐋𝐎𝐑𝐈𝐃𝐈𝐀. 𝐃𝐈𝐒𝐋𝐄𝐒𝐒𝐈𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐑𝐈𝐒𝐎𝐑𝐒𝐀: 𝐋’𝐀𝐈𝐃 𝐒𝐔𝐋 𝐓𝐄𝐑𝐑𝐈𝐓𝐎𝐑𝐈𝐎

    𝐅𝐋𝐎𝐑𝐈𝐃𝐈𝐀. 𝐃𝐈𝐒𝐋𝐄𝐒𝐒𝐈𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐑𝐈𝐒𝐎𝐑𝐒𝐀: 𝐋’𝐀𝐈𝐃 𝐒𝐔𝐋 𝐓𝐄𝐑𝐑𝐈𝐓𝐎𝐑𝐈𝐎

    IL PRESIDE PISANI COMMENTA L’HAPPENING CON UNA FRASE DI PAPA FRANCESCO:”Per educare un bambino occorre un villaggio”.

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    Dislessia, inclusione, lavoro: questi i nodi fondamentali emersi dalla giornata dell’AID – Associazione Italiana Dislessia – al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”. Per far questo bisogna “andare oltre” al dettato delle leggi, metterci il cuore, aprirsi al territorio, per scoprire i talenti del dislessico. Un approccio inclusivo, sì, ma anche in grado di costruire valori e una più spiccata tensione alla condivisione. “La differenza è una ricchezza per la classe” dice Giacomo Cultrera, ingegnere, che è riuscito nel realizzare i suoi intenti attraverso le opportunità inclusive, sommate alla propria forza di volontà e alla empatia dei docenti sul suo cammino. “Ci metto il doppio di tempo per leggere un testo – esordisce Cultrera -. Per ogni verifica “a tempo” per me è necessario completare l’altra metà del compito: ciò significa prendere un 5. Mi accadde alle superiori, dopo un compito di matematica giusto , ma da completare poiché il tempo era già scaduto. La prof. aveva notato questa mia difficoltà nel leggere con maggior lentezza e mi assegnò il doppio del tempo per svolgere le verifiche successive: infatti, al test seguente, riuscii a prendere 10.
    Serve garantire l’accesso alla diagnosi in modo semplice e meno oneroso. “Attualmente – annota – non esiste un centro pubblico che si occupi della diagnosi dell’adulto per ogni area geografica; chiediamo ci sia almeno un punto di riferimento per ogni regione. E non solo: servono strumenti compensativi nelle università, previsti dalla 170, ma non dispiegati in modo uniforme nei vari atenei italiani. Uno studente che si presenti ad un esame e dica d’esser dislessico, deve essere garantito, non può rinunciare a quelle misure necessarie a raggiungere il proprio obiettivo di studio.
    “La dislessia è il motore di partenza di tutti gli altri Dsa – spiega Tommasa Maimone, presidente sezione AID Siracusa -. Il nuovo DM racchiude tutti i disturbi dell’apprendimento. La 170 divide in quattro categorie tutte le problematiche, ma anche la discalculia può provenire dalla dislessia; noi insegnanti dobbiamo comprendere che vivere un disturbo dell’apprendimento è essenziale per poter dire : “Insegnami come io imparo”. Iniziai con mia figlia. Ed assistere agli strumenti attraverso i quali un dislessico impara è sempre una scoperta incredibile perché permeata da genialità. Vivere con un dislessico amplifica, inoltre, le strategie didattiche”. C’è un interscambio emozionale, culturale, valoriale, di grande rilievo. “Non è una disabilità, ma una “caratteristica” da comprendere. E le lezioni frontali vanno sostituite con una didattica calata nella realtà. Non basta studiare tale “caratteristica”, ma adattare la didattica al singolo ragazzo, personalizzando il proprio approccio d’insegnamento, scendendo dalla cattedra.
    “Da anni – sottolinea il Dirigente scolastico, Marcello Pisani – la scuola è aperta al territorio per affrontare questo necessario cambiamento del profilo della scuole. Cito anche Papa Francesco per far comprendere questo indispensabile paradigma: “Per educare un bambino ci vuole un villaggio.”. Cioè Il contesto: il Comune, la Provincia, le associazioni del terzo settore, la scuola che devono procedere in sinergia. Gli studenti con bisogni educativi speciali hanno diritto a un vero percorso individualizzato e personalizzato che non sia selettivo: l’incontro con i ragazzi era necessario. Abbiamo coinvolto 700 ragazzi, per andare oltre, per rendere la tecnologia viva e coinvolgente in queste dinamiche”.
    L’assessore all’ istruzione Serena Spada: “Fondamentale condividere storie, esperienze, strategie- chiosa al termine del convegno -. Con La dislessia si misura il 10 per cento della popolazione: sono numeri elevati. Bisogna avere una diagnosi in tempo, e dialogare con le scuole per far tesoro di quelle preziose diversità in grado di rendere migliore il territorio”.
    La giornata è stata realizzata sotto il patrocinio del Comune di Floridia, con la sezione AID di Siracusa. In mattinata si era svolta la prima fase del convegno, aperto dai saluti istituzionali del sindaco, Marco Carianni, dell’assessore ai Servizi sociali, Marieve Paparella e della stessa Maria Serena Spada.

  • FLORIDIA. ATTENDENDO “I CANNOLI DI MARITES”, DI CATENA FIORELLO, IL PROF. LA ROCCA SORPRENDE…

    FLORIDIA. ATTENDENDO “I CANNOLI DI MARITES”, DI CATENA FIORELLO, IL PROF. LA ROCCA SORPRENDE…
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    Sempre per la sua vena poetica. Va a memoria, facendo rivivere la lirica di un ignoto poeta.

  • CATANIA. SUCCESSO PER I GIOVANI DEL CONSERVATORIO V.BELLINI

    CATANIA. SUCCESSO PER I GIOVANI DEL CONSERVATORIO V.BELLINI

    I Capuleti e I Montecchi, rivivono attraverso Giada Scarpato e i giovani del Conservatorio “Bellini”
    “Ah, qual sospiro” è un adagio sospeso tra fluttuazioni di tempo e poesia.

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    Metronomo di amore e morte, che non accetta vie di mezzo sia nella sua scansione ritmica, sia in quella emotiva.
    Nella cornice di Castello Ursino, la mezzosoprano Giada Scarpato ha incarnato Romeo, mentre la collega soprano, Gaja D’Ambrosio ha messo le vesta di Giulietta.
    Il lucore dell’opera belliniana ha naturalmente trovato il suo apice nei passaggi più lirici e veri.
    Domenico Imprescia ha tessuto le trame armoniche del duetto con il suo raffinato
    stile pianistico, sotto la direzione della docente Isabella Libra.
    La Libra ha impresso un delicato tappeto
    sonoro, un effetto tastiera necessario a ricreare l’orchestra della Natura, dei suoi suoni, degli odori.
    Di rilievo, la partecipazione di Alfio Sciacca e del maestro Giovanni Caruso, che hanno dipinto d’Oriente il prosieguo dell’happening. Un evento spettacolare di danze e luci per raccontare un amore impossibile, quello che tende all’infinito, alla resurrezione sensoriale. La densa, chiaroscurale, emozionante voce della Scarpato, mezzosoprano di sicuro avvenire, insieme alla lucente espressività della D’Ambrosio hanno reso vivido il dramma e la speranza, il desiderio e lo sconforto, l’illusione e la fine.
    Le due voci sprigionano tecnica.
    Ma non solo.
    C’è passione, fuoco, vento liberatorio, leggerezza animica.
    Dal belcanto sgorgano tinte magiche, irripetibili, eppure talmente vibranti da risultare indelebili sulla tela dello spirito e nei cuori degli spettatori.
    A completare una esecuzione lucida e precisa, i ragazzi del Conservatorio, che hanno ricostruito con i loro strumenti l’atmosfera eterea del Castello Ursino.
    Eccellenti , infatti, Giulia Arisco, Simona Cantaro, Rita Cavallaro, Maria Chiara Pace, Agnese Barrera, Alessandro Ielo, Ausilia Ragusa, Sharon Hudorovic e Linda
    Guttadauro.

  • SIRACUSA. TEMPERATURE PIÙ ELEVATE NEL MARE DI SIRACUSA

    SIRACUSA. TEMPERATURE PIÙ ELEVATE NEL MARE DI SIRACUSA

    REPORT DELLA CAPITANERIA DI PORTO SULLA SORVEGLIANZA E LA PREVENZIONE NEI NOSTRI MARI

    𝑉𝑖𝑛𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑙𝑒 𝑠𝑖𝑛𝑒𝑟𝑔𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝐴𝑟𝑒𝑎 𝑀𝑎𝑟𝑖𝑛𝑎 𝑃𝑟𝑜𝑡𝑒𝑡𝑡𝑎 𝐷𝑒𝑙 𝑃𝑙𝑒𝑚𝑚𝑖𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖𝑝𝑜𝑙𝑚𝑜𝑛𝑖 𝑏𝑙𝑢

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    “La sicurezza in mare non è un semplice slogan: è un impegno morale. È nostro dovere rilanciare la cultura del rispetto”. In sintesi le parole del Capitano di Vascello, Sergio Lo Presti. Le sinergie con L’Area Marina Protetta Del Plemmirio sono ormai consolidate. Tornano le stelle marine, le foche monache, a testimoniare la salubrità delle nostre acque. Di rilievo la presenza del comandante Anna Bonanno, costantemente impegnata nell’azione divulgativa nelle scuole del territorio
    Vigilanza, informazione e prevenzione sulle 29 aree marine protette d’Italia. Questi, gli assunti dai quali ha preso le mosse il comandante. “Sono i nostri polmoni blu, quelli che ci ripagano con la loro tutela “ecosistemica”. Il livello d’attenzione deve mantenersi sempre elevatissimo.
    E i dati di vigilanza parlano chiaro. La nostra Capitaneria espleta un lavoro incessante: quindici km di costa da tutelare, suddivisa in 3 zone: la prima beneficia di una protezione totale, dov’è possibile solo fare “diving” autorizzato. La zona di tutela parziale, dopo Capo Murro di Porco, dove il diving è più orientato verso i residenti. Quindi, la zona “C” , sempre secondo i regolamenti, più fruibile per la pesca, nel rispetto dei dettami tecnici.
    “La tutela è di 24 ore su 24 anche attraverso elicotteri della base di Catania – ricorda Lo Presti – e ad Aprile, è stata rinforzata anche attraverso l’azione della nave Diciotti”.
    I dati estivi: controlli a mare: 56, via terra, 75, e 2 illeciti penali, a fronte di 21 amministrativi. Il monitoraggio parte dalla room operativa: è bene ricordare che costituisce già illecito penale entrare nell’area di vigilanza. I pescatori di frodo, purtroppo, sono sempre in agguato. “Aiutateci a instillare nei giovani la cultura del mare comune tesoro, fonte di vita. Non ci si deve comportare bene per non prendere una multa: è necessario acquisire il concetto che le acque rappresentano la nostra vera tutela”.
    Bisogna riflettere sul fatto che anche una sola giornata di pesca dissennata, come asserito dalla dottoressa Sabrina Zappalà , “rischia di mettere in crisi un ecosistema purissimo. Basta solo una notte di caccia non autorizzata a rovinare il paziente lavoro di anni”.
    I feedback del comandante Lo Presti, l’avvistamento della foca monaca in primavera, il ritorno delle stelle marine, seppur a profondità più basse per il calore di superficie, rappresentano la cartina di tornasole della limpidezza del nostro habitat marino L’Area Marina, inoltre sta elaborando l’innalzamento delle temperature attraverso dodici termometri dislocati nei punti strategici. La schiuma che si può notare dipende da fattori osmotici, tuttavia. Da rimarcare l’attività che gli uomini in bianco svolgono per il Ministero della Transizione ecologica. Su questo, il comandante è chiaro. “Fra i nostri compiti c’è una costante verifica dei parametri delle acque – spiega lo Presti – insieme all’informazione nelle scuole per inculcare l’etica di quanto facciamo”.
    Quanto svolto dai militari è fatto con passione ed empatia. Di questo profondo impegno, la città di Siracusa deve prenderne atto: tal compito non è semplicemente istituzionale. È valoriale e “va oltre” il proprio dovere istituzionale, come solo la “gente di mare” sa fare.