17 Maggio 2025

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  • FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”

    FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”

    Dopo svariati appelli sui social, il sindaco di Floridia, Marco Carianni, accelera nella sua azione tecnica contro l’abbandono dei rifiuti. “Non avremo più alcuna tolleranza nei confronti di chi prosegue nell’abbandono delle immondizie”. Un plauso era dovuto alla Polizia Municipale, e così è stato: L’azione preventiva si era estesa anche ai territori viciniori, con grande dispendio di energie. “Nel mese di gennaio 2025 – prosegue Carianni – in seguito ai controlli svolti sul territorio dagli agenti della Polizia Municipale, sono stati denunciati penalmente cinque soggetti proprio per l’abbandono di rifiuti.

    “I trasgressori sanzionati – approfondisce –   sono stati individuati grazie ai dispositivi di videosorveglianza dell’Amministrazione ed obbligati anche alla rimozione dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi”.  Adesso l’ulteriore stretta: “La lotta all’abbandono dei rifiuti – dice il sindaco – deve riguardare tutti i cittadini. I positivi risultati sono il frutto del lavoro della comandante della Polizia Municipale e di tutti gli agenti. Il decoro e la pulizia della città di Floridia dipendono da tutti noi e per questo occorre rispettare le regole, sensibilizzando tutti. Non siamo più disposti a tollerare determinati comportamenti nocivi sia per i residenti delle zone interessate, sia per l’ambiente”. Quindi la chiosa: “Solo se lavoreremo in modo unitario potremo davvero crescere come comunità”.

    R. R.

  • Mi piace il tuo QR-code

    Mi piace il tuo QR-code

    RIFLESSIONI ALLA RINFUSA SULLA QUOTIDIANITA”

    Siamo un Qr-code verde, leggermente elettrico. Il nostro nome “mai nessun saprà”: è proibito pronunciarlo. Molto meglio scansionarlo con passione, strofinandoci i chip più matti. E d’altronde, dimmi, senza quel quadratino sul braccio, meraviglioso dei suoi milioni di punti neri, tu, realmente, chi saresti? Io non potrei riconoscerti e, quindi, non uscirei con te. Oh, guarda, piuttosto vado su una dating-app (fa figo usare parole straniere dappertutto: per i boomers, significa “applicazione per appuntamenti), dove almeno c’è un codice. Sì, con un codice so chi tu realmente sia, quali perversioni hai, le tue medicine, i tuoi tic. Non mi serve abbracciarti o respirarti. Un tempo, forse. Ma oggi è pericoloso dar scandalo: è come andare sotto la pioggia e beccarsi un’influenza fuorilegge. O come stare al Sole a pelle nuda, su una spiaggia lattiginosa. Allora che fai, ti aspetto? Prendi l’auto per venire da me, ché sto uscendo per una ricarica: fermati alla prima colonnina, quella artificiale. Spero di non incendiarmi nell’attesa del tuo download. Al limite, ci facciamo un refresh virtuale nel green del mio conto in red.

  • FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”

    FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”

    disse il compianto Sebastiano Lo Monaco, durante l’indimenticabile “Bella Passione” portata in scena nel 2017

    Sulle note di Antonio Granata, riecheggia ancora, una serata memorabile ricreata dallo scritto del misticoLanglois, il prete che non si spaventava di una penna.
    “Rompi il tuo silenzio, dimmi chi sei”. L’incipit della possente voce di Sebastiano scuote ancora le coscienze. Recitò Langlois, il Cileno che non aveva mezzi termini nella cronaca. “Dici di avere la verità, ma che cos’è la verità? Il silenzio, la verità è lui? Nessuno ha mai parlato così. La verità? Basta con la metafisica! Basta con la mistica! Io non sono un mistico greco, non sono un poeta, sono un politico! Per questo faccio il procuratore in questo paese”. Il Sagrato di Sant’Anna si scosse. Non era aduso a testi così rivoluzionari. Il nostro grande attore, sì, da gran ricercatore qual era, qual è, ci lascia in eredità quelle vibrazioni tristemente attuali mentre soffiano, prepotenti, venti di odio, di vendetta, di sopraffazione. 

    Guarda il video di 2minuti del 13-04-2017

    “Quest’uomo è innocente – recitò commosso – ma non sa cavarsela”. L’uomo innocente, ancora lui. “Io non trovo in costui alcuna sovversione perché dovrei crocifiggerlo?”. Tentò di contrastare i ripetuti “Crocifiggilo!” della folla”. Eppure, “il suo Verbo si fece carne, carne della carneficina di Aushwitz, carne ebrea all’ingrosso, carne delle scuole elementari, carne convertibile in grasso, convertibile in silenzio degli arcipelaghi, carne della follia delle “Folies Bergère”, carne dei suicidi sui fiumi, carne dei feti abortiti per la cosmetica, carne di Gesù che muore, carne della ingegneria genetica, carne dell’infermità mentale, carne delle radiazioni atomiche, per l’immensità di Dio”.

    Il largo, mesto, vibrare dell’orchestra diretta dal Maestro AntonioGranata, incornicia una serata che oltrepassa il tempo. “La via crucis – canta, recitando – ha una lunghezza esatta di 500 metri. I più lunghi della Creazione. La teoria della relatività ammutolisce di fronte a questa distanza. La croce ha un peso esatto di 70 chili. Questi 70 chili sono i più pesanti dell’Universo, che gravita intorno a questa croce: la forza con cui Gesù la abbracciò, non è esprimibile. Un lavoro cosmico non misurabile”. 

    Il tempo è relativo, perché quell’ascesa continua, pur se fra mille venti di fuoco. E il grande attore, si fermò, insieme allo scrivente, al maestro, esausti, dopo la serata, sotto l’arco della Chiesa e disse: “Io non so, spero, cerco, ma è troppo grande tutto questo”. Parole che serbiamo nel nostro cuore, afferrando la speranza, la ricerca, la grandezza dell’Uomo. E riflettemmo su queste parole dello scrittore cileno: “L’essere umano”, ha la dolorosa capacità di vivere senza interrogarsi sul senso della vita, e può trascorrere anni in quello stato di vuoto. Ma quando il dolore irrompe nella tua vita, allora diventa difficile sfuggire alla grande domanda sul significato del dolore. Perché non è degno dell’uomo soffrire come bestie, cioè con ruggiti e senza domande.” Il resto è ancora da scrivere. Le musiche della “Bella Passione” sono dell’amico Antonio Granata, anima della rappresentazione portata in giro per l’Italia. “Sebastiano manca, se n’è andato troppo presto – dice oggi Granata – è l’unico Pirandello che avevamo qui”.

  • LA GENTE…

    LA GENTE…

    Alla gente non interessa nulla della burocrazia. Del potere. La gente vuol vivere. Non sceglie di andar seduta lungo le vie bene. Non ha tv, non guarda salotti.

    Il proprio salotto è il respiro, un cappuccio di lana, una mano tesa. Certo, anche un tempo clemente non guasta. E libertà, dignità, coerenza

  • ” IL PRIMO CONTATTO DI MANI “

    ” IL PRIMO CONTATTO DI MANI “

    L’ARTE AVEVA PREVISTO TUTTO

    Michelangelo non poteva pensare che sarebbe stato impedito, negando la Genesi.

  • FLORIDIA. SE N’È ANDATO ALESSIO DI FEDE

    FLORIDIA. SE N’È ANDATO ALESSIO DI FEDE

    Politico, docente, ma sopratutto mente scevra da condizionamenti culturali, dogmatici.

    Uomo dalle grandi battaglie, era un amico per tutti.

    Persona cristallina, appariva per quel che vedevu, col suo sorriso scanzonato ancge durante le discussioni più accese, esprimeva un vero rispetto per opzioni altrui.

    Un uomo dalle larghe vedute, di grande pulizia e inestà intellettuale.

    Entrambi, prematuramente sottratti all’affetto e alla stima della città ai piedi dei climiti.

    Alle famiglue va il nostro cordoglio.

    2minuti Floridia città incredula perdita prematura Nuccio Giarratana benemerita Alessio Di Fede docente politico mente scevra stima comunità ai piedi dei climiti

  • “LEOPARDI, CRONISTA DEL TEMPO, SVELA LA SUA COSCIENZA AL PROFESSOR MAURIZIO CLEMENTI”

    “LEOPARDI, CRONISTA DEL TEMPO, SVELA LA SUA COSCIENZA AL PROFESSOR MAURIZIO CLEMENTI”

    È il poeta che non ti aspetti, un uomo lontano da Recanati, mistico, quantistico nel suo esser Natura in quel di Napoli. Gli ultimi 4 anni della sua vita, dove compie una ulteriore fatica , inerpicandosi lungo le rocce infìde del cammino, per esprimere un’animicità differente. È un nuovo umanesimo che Clementi schiude sotto gli astri, la Luna, Giove, passando fra i vicoli inesplorati di Giacomo. “L’Inesausto grembo” è un viaggio per chi non ha dogmi, per chi sa mettersi in discussione. E riformula un dualismo fin qui ascoso ai più. C’è molta “passio” nel lavoro denso dello scrittore.

    Foto 2minuti notizie

    “Leopardi partenopeo si poggia sulle Upanishad, sulle più remote letture del pensiero orientale – sostiene Clementi – per sgretolare le certezze dell’uomo, quelle mutuate dal rigido dogmatismo cattolico dei tempi. E scopre la sua dimensione cosmica, la stretta interconnessione con l’universo sensibile, tanto da antropomorfizzare il magico movimento delle stelle, i cicli delle stagioni, gli appetiti animali”. Affiora un Leopardi critico verso la mediocrità, ostile nei confronti di chi non metta al primo posto il dominio della volontà. Si è spogliato dei suoi vecchi abiti, per gioire dei piaceri delle lande partenopee: il cibo, la bellezza che appare d’improvviso. Irresistibile, penetrante, che dà senso alla vita. La ricerca dell’Occasione e della libertà, e poi ancora nuove strade, alleggeriscono un’immagine filosoficamente stereotipata del marchigiano. Clementi è un archeologo del poeta. Ne annusa gli odori delle carte e delle stanze di Recanati, prima d’illuminarsi sotto la Luna del Vesuvio . L’ultimo anno della sua vita lo trascorre a Torre del Greco, dove “trova la quadra” alla insensatezza della stessa storia, alla sterilità di una verità discutibile, che affanna i pensatori, proprio mentre sfugge loro l’essenziale della saggezza nel saper vivere senza etichettare, classificare, ma, semplicemente, amare.Il suo “Tramonto della Luna” ha una tessitura musicale, non è l’ultimo anelito leopardiano. Anche il suo avvicinamento alla massoneria locale è da intendersi in tal senso,. La ricerca riposa , lieve, nei cromatismi della natura e nella danza dei satelliti di Giove. E, quasi fosse un’equazione, Giove è “l’Inesausto grembo, un continuo flusso di energia. Energia focale, zoroastriana, illuminista e latrice di fanciullesca meraviglia. Energia che ti dissolve nella “lava incandescente della vita”.Napoli, fra le più illuministiche e popolose metropoli europee, gli porge l’occasione della metamorfosi. E lì che ciascuno può trovar se stesso, nella terra che maggiormente si avvicina al proprio sentire, avviene il miracolo delle stelle che squarciano la notte buia dentro il cuore. Romantico, meditante, solitario eppur giocoso, epico. In una parola, nobile. Il testo di Clementi va assaporato come un buon passito nella coppa di una conoscenza continua. Così come l’alternarsi fra giorno e notte, eros e thanatos, timore e stupore. Un’opera coraggiosa che ribalta, a livello internazionale, il consolidato mainstream sul Poeta.

  • FLORIDIA. TORMENTA DI ACQUA,GHIACCIO E NEVISCHIO

    FLORIDIA. TORMENTA DI ACQUA,GHIACCIO E NEVISCHIO

    Si invitano i lettori della pagina, viste le condizioni climatiche, impreviste fino a tal punto, a voler segnalare la loro posizione alle autorità competenti. Aggiungendo, inoltre, il proprio commento sull’andamento della tormenta di acqua, ghiaccio e nevischio.

  • REGGIO EMILIA. LA “PROF. SOSPESA”, ROSA DELL’ARIA, È RIENTRATA IN SERVIZIO.

    REGGIO EMILIA. LA “PROF. SOSPESA”, ROSA DELL’ARIA, È RIENTRATA IN SERVIZIO.

    RESTA L’AMAREZZA: “HO FATTO IL MIO DOVERE, E LA GENTE MANIFESTA SOLIDARIETÀ”.

    È pacata, analitica, empatica: un’insegnante che si è sempre spesa per dare “oltre” ai propri studenti, cercando di stimolare il loro spirito critico. Ha creduto di aver fatto un buon lavoro, malgrado la tagliola mediatica lasci ancora le sue cicatrici.

    GUARDA IL VIDEO DI 2minuti ⤴️

    Ma tutto ciò è servito a riflettere sulla libertà d’insegnamento e di apprendimento: “Liberi d’insegnare, liberi d’imparare”, infatti, è il titolo del seminario – organizzato al Salone Di Vittorio” della CGIL – che ha visto la partecipazione dello scrittore Giuseppe Caliceti, del pedagogista Micol Tuzi, dell’insegnante “ìazz”, Beppe Bagni, della scrittrice Daniela Tazzoli, di Christian Raimo e del segretario Generale, Francesco Sinopoli, mediati da Silvia Mastronardi. “Sono rientrata a scuola dopo la sospensione di 15 giorni – esordisce la Dell’Aria –. Tuttavia gli effetti giuridici ed economici della sanzione, rimangono: dalla trattenuta sullo stipendio, fino alle conseguenze giuridiche (come i contributi), l’esclusione dal bonus docenti”. Ci si sente male: “Sono molto amareggiata, poiché ritengo di aver compiuto il mio dovere – sottolinea la docente -. La sanzione mi sembra ingiusta, ma, almeno, ho scoperto d’esser circondata da tanta solidarietà: colleghi e cittadini, che negli anni hanno apprezzato il mio lavoro. Un lavoro di 40 anni per i ragazzi, per formarli nella costruzione del loro pensiero critico, non del mio. Ho mirato alla loro consapevolezza, al loro ruolo di cittadini, già a 14 anni. Già. Perché il cittadino deve prendersi cura della cosa comune: è bene che i ragazzi coltivino questa coscienza, soprattutto oggi. Speriamo che l’indifferenza e la superficialità, l’odio e tutte le cose non vere in grado d’influenzare il pensiero, possano dissolversi. Ci vuole cuore. E un’informazione che passi secondo verità”. Francesco Sinopoli, segretario Nazionale Flc parla di “missione istituzionale della scuola”. Ma soprattutto fa riferimento al ‘900, e alla valenza della Costituzione. “Sarebbe importante recuperare questi passaggi – dice – alla luce di quel conflitto gesuita e socialista: spiccava Concetto Marchesi allora, nell’Assemblea costituente. Nel ‘47 egli disse cose attuali: la scuola non può esser trattata alla stessa stregua di una strada, perché prepara il cittadino. La sua idea di scuola era nazionale, necessaria ad abbattere le diseguaglianze. Chi propone nuove forme, sogna solo elettorati, controllo delle scuole, delle famiglie. Dobbiamo ridurre le distanze fra nord e sud, e lo possiamo fare solo attraverso la Costituzione. Ciò che è successo a Palermo è sintomatico: una professoressa ha fatto semplicemente il suo dovere, lasciando partecipare gli studenti.” L’altro avversario della scuola pubblica si basa sulle classifiche: “Eudoscopio”, ad esempio, ci elenca quali siano i migliori licei. “Ma non ci dice quale scuola pubblica sarebbe necessaria per contenere le diseguaglianze – continua –. La selezione di classe è un modello fallito: quello anglosassone. In Inghilterra se ne parla da tempo, a partire dai conservatori: Major evidenzia come in un paese classista come l’Inghilterra, ad esempio, il fatto che la scuola pubblica sia collassata rappresenti un grande problema. La responsabilità sta nella impellenza delle classifiche: la possibilità di scelta del consumatore. E il consumatore chiede un conto che mette sotto processo”. Un attacco in cui la “violenza riguarda i modelli improntati a una “domanda individuale”.
    “Invece dobbiamo tornare alla scuola della Costituzione, ri-alleandoci con la filosofia e la pedagogia; è questa la missione costituzionale.
    “Perché noi studiamo”, si devono chiedere i giovani: la scuola deve permetter loro di partecipare alla costruzione del sapere. Non servono predelle, ma rispetto all’interno di un insieme di aspetti, ricostruendo un dibattito democratico insieme alle famiglie, ai destinatari dell’istruzione. Un programma politico – chiosa Sinopoli – che metta la formazione e la didattica al centro. Non una scuola gentiliana, ma che riconosca il valore delle grandi riforme degli anni ‘70 e ‘80. Non gerarchica, semplicemente “scuola”.

  • REGGIO EMILIA. “Il PROCESSO IMPOSSIBILE”, DI BENEDETTA TOBAGI

    REGGIO EMILIA. “Il PROCESSO IMPOSSIBILE”, DI BENEDETTA TOBAGI

    FRA DEPISTAGGI, TERRORISTI, SERVIZI, ALLA RICERCA DELLA VERITA’, 36 ANNI DOPO: UNO DEI PIU’ LUNGHI PROCESSI DELLA STORIA

    Sono 36 anni di dolore, protesi verso la ricerca di una verità ancora impossibile, forse. Di sicuro, Benedetta ci ha messo il cuore, sia di figlia, sia di cronista. La guardi negli occhi e ti ritrovi la bambina che ricevette la terribile notizia dell’omicidio di Walter. La Camera di via Roma è gremita per aggiungere un tassello in più in quell’inestricabile trama di complotti e misteri che ancora inquietano il Paese.


    “Sono effetti che si manifestano ancora oggi. Piazza Fontana è uno dei più grandi attacchi alla nostra democrazia – premette Scardova -. Sono convinto che per avere un quadro completo occorra risalire a Portella della Ginestra, al massacro dei lavoratori, nel ‘47, nel tentativo di influenzare le elezioni amministrative della Sicilia. Non possiamo dimenticare la fucilazione degli operai di Modena, Reggio Emilia, in una strategia di terrore”. Nella strage di Piazza Fontana, molti, nel giorno dei funerali, ricorda il giornalista, erano scolpiti dal dolore, ma erano “solidi nella fermezza di fronte a questi attacchi”. “Tobagi fu ucciso – dice – perché il suo lavoro era capire e difendere conquiste democratiche: non tutti i giornali furono fermi nel capire cosa significasse piazza fontana. Il Corriere della Sera, tuttavia, difese il lavoro di magistrati e inquirenti. “Il processo impossibile” vede 10 gradi di giudizio. D’altro canto, c’è Brogi, con la sua forte testimonianza su Pinelli: “In alcune carte ritenute secretate fino al 2014 – ricorda – emerge che Piazza Fontana, attribuita agli anarchici, era già stata prefigurata prima della strage stessa: una lunga scia di martiri che hanno lasciato la vita per la verità”.
    Ivano Bosco, ospite della conferenza, ha rimarcato alcune riflessioni: “Trentasei anni di processo sono “fantascienza” – ha detto -. Un processo che ha intrecciato misteri e ha iniziato una fase nuova sugli anni di piombo, indicando come, paradossalmente, Piazza Fontana con la sua strategia della tensione colpì profondamente ognuno di noi. Lo stragismo provocò la sfiducia nei confronti dello Stato, perché la gente coltivasse la fiducia altrove: furono spezzati sindacalisti, giornalisti, magistrati, operai. Tutti con un comune denominatore: non ci può essere una ideologia che possa giustificare il delitto”.
    Per la figlia di Tobagi non può essere un capitolo chiuso: lo dimostra la metrica analitica e passionale, allo stesso tempo, del suo periodare, per non dimenticare, per ritrovare compattezza. “Questo processo infinito – ha asserito Benedetta Tobagi – ci ha permesso di acquisire una mole di conoscenze solide: il punto è che il paradigma processuale sta in tre diversi processi, fino al 95/2005. L’iter si conclude mandando tutti assolti tranne due ufficiali dei Servizi. Il Processo è paradossale: ci sono state assoluzioni, anche in via definitiva. Sono stata pure insultata perché non potevo avere l’arroganza di definire il processo come “impossibile”. Il dibattito nel Paese è avvelenato, la giustizia non ha potuto fare il suo corso e il processo è fallito poiché si è sviluppato in un contesto in cui, almeno, è venuta fuori la “pista nera”. In Italia, occorre prendere tutti i fenomeni attingendo al materiale giudiziario, imprescindibile. Mi chiedo come un verdetto, dopo 36 anni, non emetta condanne giudiziarie. D’altro canto ma pronunzia condanne nel “tribunale della Storia”: un processo complicatissimo, dettagliato, che si dipana come un processo politico. Non solo perché ci siano state influenze della politica, ma perché ha avuto delle leggi – come la Valpreda – di natura politica”. Non solo: “Il processo ha fatto emergere fatti sociali non indifferenti – aggiunge – che rappresentavano l’Italia di allora”. Insomma, il libro è da leggere fra le righe, perché offre spunti d’importante analisi su ciò che è lo Stivale oggi. I dettagli esposti dalla Tobagi sono incalzanti, ordinati cronologicamente, logici. “Piazza Fontana non era solo funzionale a un fatto internazionale – dice – ma anche interno”.
    Brogi ricorda fatti importanti alla ricostruzione dell’impalcatura, nell’epoca dello Statuto dei Lavoratori, all’interno di quella “piccola stanza” in cui “Pinelli avrebbe corso, effettuando un balzo felino: due inchieste, un dibattimento in aula, per dimenticare i veri padroni dei fatti. I familiari delle vittime, non dimentichiamolo, sono riusciti a mette insieme una materia altrimenti perduta. Ho svolto semplicemente un atto di accusa contro l’inventore della forma “scaricabarile” dei servizi deviati”.
    Nel libro ci sono nomi, circostanze, ricostruzioni, sacrifici “di uomini dello Stato”, come ha concluso Scardova: “Centinaia di persone han lavorato per il diritto alla verità”. Una verità ancora difficile da afferrare, ma necessaria per dare un taglio netto a quella zona d’ombra di un Paese che possa “garantire ai nostri figli quella democrazia che speravamo di poter vivere noi”. Il “Processo Impossibile” va letto, quindi, per avere un quadro più completo di quella Italia oscura e dolorosa che ancora pesa sule nostre coscienze
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  • SOLARINO. “IL CENTRO ASCOLTO SAN PAOLO APOSTOLO SOLARINO COMPIE 30 ANNI”

    SOLARINO. “IL CENTRO ASCOLTO SAN PAOLO APOSTOLO SOLARINO COMPIE 30 ANNI”

    Si sono celebrati oggi i festeggiamenti per i 30 anni del “Centro Ascolto – San Paolo Apostolo Solarino” costituitosi il 16 ottobre 1989.
    “Nacque – come ci racconta Pino Micalef, Presidente dell’associazione – dall’esigenza di combattere la tossicodipendenza in collaborazione con la “comunità incontro” di don Pierino Gelmini.

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    Tanti, i giovani di Solarino assistiti dal “Centro Ascolto”: dopo il percorso riabilitativo intrapreso sono diventati, con nostra grande soddisfazione, responsabili di Comunità riabilitative”. Dopo cinque anni – continua Micalef – il problema della tossicodipendenza a Solarino andò a scemare, e nacque l’esigenza di un presidio di primo soccorso, in quanto non esisteva il 118. L’unico mezzo era la macchina con il fazzoletto bianco per raggiungere l’ospedale “Umberto I” di Siracusa. Pochi chilometri la distanza da Siracusa che, a volte, risultavano fatali. Si avvia così la raccolta fondi per l’acquisto della prima ambulanza. La colletta coinvolge tanti soci, commercianti, professionisti e comuni cittadini attraverso fiere di beneficenza, spettacoli e porta a porta: la cittadinanza rispose positivamente all’iniziativa. Successivamente, l’esigenza di appartenere ad una rete nazionale del soccorso fa si che il “Centro Ascolto” si affili all’Anpas”. Dopo l’affiliazione ad Anpas – come racconta Santo Bordonaro, vice presidente dell’associazione – i volontari del centro Ascolto partecipano alla “Missione Arcobaleno” in Kosovo e, a seguire, a tutte le maxi emergenze che hanno colpito l’Italia, per dare supporto sanitario alle comunità colpite dalle diverse catastrofi. Ultimo intervento, a Norcia, in occasione del terremoto del centro Italia. In questi 30 anni l’associazione si è dotata di 4 ambulanze ed altri mezzi e attrezzature per il supporto alla popolazione. Da questa esperienza trentennale nasce l’idea della fiera del volontariato, che nella mattinata di domenica si è svolta in piazza a Solarino, in collaborazione con altre associazioni di volontariato della provincia, che hanno portato in piazza il racconto della loro attività quotidiana. Presente anche uno stand del NUE 112, che ha dato informazioni alla cittadinza sul numero unico d’emergenza europea”.
    Nel pomeriggio, una galleria fotografica racconterà i trenta anni del “Centro Ascolto” Solarino. A conclusione della giornata nell’aula consiliare, la conferenza “Il Sistema d’Emergenza”, che ha visto presente il presidente nazionale dell’Anpas, dottor Fabrizio Pregliasco ed il presidente regionale dell’Anpas dottor Lorenzo Colaleo, il geometra Giuseppe Latina del Dipartimento Regionale di Protezione Civile.

  • PRIOLO GARGALLO. CONCLUSA LA FASE 3 DELLO SCAMBIO INTERCULTURALE

    PRIOLO GARGALLO. CONCLUSA LA FASE 3 DELLO SCAMBIO INTERCULTURALE

    Del progetto di scambio multiculturale: “Multiculturalism, Culture and Heritage”, ancora si discute in vista della nuova fase da svolgere in Romania. Protagonisti del progetto, i docenti dell’Istituto Comprensivo “Danilo Dolci”. Ua delegazione composta dalle docenti di scuola primaria, Adele Branciamore e Daniela Latina, e dalla docente di scuola secondaria di prio grado, Valentina Cutrali, ha fatto visita alla Ecole èlementaire “Jean Jaurès” di Ussel.

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    Qui c’è stata la convergenza fra le Istituzioni scolastiche “Castilla y Leòn” di Aguilar de Campo (Spagna), la scuola primaria “Santa Maria” di Timisoara e la stessa istituzione ospitante. Occorre dire che il progetto ha una durata biennale, periodo di tempo entro il quale l’arricchimento reciproco è fondamentale attraverso lo scambio di tradizioni, e materiali delle proprie terre d’origine (video, manufatti e scritti). Gli alunni delle 4 istituzioni “si sono raccontati”, quindi, tramite proverbi, modi di dire, costumi, folklore, peculiarità territoriali. Ciò che ne è scaturito è stato inserito dentro a sito comune, che permette la fruizione comune a tutte le scuole coinvolte. La lingua necessaria a comunicare, ovviamente, è stata l’inglese. E durante la terza mobilità i docenti han potuto confrontarsi sulle attività svolte e rilanciandole nell’ottica della quarta fase. Uno step che sarà fatto proprio a Timisoara, nel prossimo mese di maggio.
    I docenti del Primo Istituto Comprensivo “Dolci”, sono stati accolti con entusiasmo sia dalle autorità locali, sia dal dirigente scolastico, Sylvie Coudert, dai docenti e dagli alunni della scuola transalpina. Questi si sono prodotti in canti, e nel cortile dell’istituto, a significare le radici di una proficua amicizia, è stato piantato un albero. Nel corso della loro permanenza i docenti hanno potuto assistere alle lezioni svolte in aula, confrontandosi con un sistema scolastico differente, dal quale trarre ottime indicazioni volte al miglioramento del proprio ambito di azione. Lo scambio interculturale, infine, si è concluso con la visita del territorio della Corrèze, un dipartimento della regione francese Nouvelle Acquitaine..

  • FLORIDIA. IL FILM DI UN COMPLEANNO PREVISTO

    FLORIDIA. IL FILM DI UN COMPLEANNO PREVISTO

    Sono le immagini scorse dalle 14 e 30 di questa domenica di Sole e pietas popolare. Significativa la partecipazione di tutte le istituzioni, grate per l’impegno inarrestabile di don Antonino. Immagini che lasciano trapelare una sincera condivisione di sentimenti e idee.

    GUARDA IL VIDEO DI 2minuti ⤴️

    Alla fine, dai ragazzini seduti per terra, alle congreghe, schierate su due ali di folla, è proprio il compleanno che padre Antonino avrebbe voluto. Abbracciato dalla Misericordia, dai ragazzi della Matrice, dalle istituzioni civili e militari. Tutti uniti, a prescindere dai compiti, dalle divise, per omaggiare la figura che, più di ogni altra, ha incarnato la floridianità nell’ultimo ventennio.