18 Maggio 2025

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  • FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”

    FLORIDIA. “STOP AI RIFIUTI: LA PAZIENZA E’ FINITA, D’ORA IN POI, TOLLERANZA ZERO”

    Dopo svariati appelli sui social, il sindaco di Floridia, Marco Carianni, accelera nella sua azione tecnica contro l’abbandono dei rifiuti. “Non avremo più alcuna tolleranza nei confronti di chi prosegue nell’abbandono delle immondizie”. Un plauso era dovuto alla Polizia Municipale, e così è stato: L’azione preventiva si era estesa anche ai territori viciniori, con grande dispendio di energie. “Nel mese di gennaio 2025 – prosegue Carianni – in seguito ai controlli svolti sul territorio dagli agenti della Polizia Municipale, sono stati denunciati penalmente cinque soggetti proprio per l’abbandono di rifiuti.

    “I trasgressori sanzionati – approfondisce –   sono stati individuati grazie ai dispositivi di videosorveglianza dell’Amministrazione ed obbligati anche alla rimozione dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi”.  Adesso l’ulteriore stretta: “La lotta all’abbandono dei rifiuti – dice il sindaco – deve riguardare tutti i cittadini. I positivi risultati sono il frutto del lavoro della comandante della Polizia Municipale e di tutti gli agenti. Il decoro e la pulizia della città di Floridia dipendono da tutti noi e per questo occorre rispettare le regole, sensibilizzando tutti. Non siamo più disposti a tollerare determinati comportamenti nocivi sia per i residenti delle zone interessate, sia per l’ambiente”. Quindi la chiosa: “Solo se lavoreremo in modo unitario potremo davvero crescere come comunità”.

    R. R.

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    RIFLESSIONI ALLA RINFUSA SULLA QUOTIDIANITA”

    Siamo un Qr-code verde, leggermente elettrico. Il nostro nome “mai nessun saprà”: è proibito pronunciarlo. Molto meglio scansionarlo con passione, strofinandoci i chip più matti. E d’altronde, dimmi, senza quel quadratino sul braccio, meraviglioso dei suoi milioni di punti neri, tu, realmente, chi saresti? Io non potrei riconoscerti e, quindi, non uscirei con te. Oh, guarda, piuttosto vado su una dating-app (fa figo usare parole straniere dappertutto: per i boomers, significa “applicazione per appuntamenti), dove almeno c’è un codice. Sì, con un codice so chi tu realmente sia, quali perversioni hai, le tue medicine, i tuoi tic. Non mi serve abbracciarti o respirarti. Un tempo, forse. Ma oggi è pericoloso dar scandalo: è come andare sotto la pioggia e beccarsi un’influenza fuorilegge. O come stare al Sole a pelle nuda, su una spiaggia lattiginosa. Allora che fai, ti aspetto? Prendi l’auto per venire da me, ché sto uscendo per una ricarica: fermati alla prima colonnina, quella artificiale. Spero di non incendiarmi nell’attesa del tuo download. Al limite, ci facciamo un refresh virtuale nel green del mio conto in red.

  • FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”

    FLORIDIA. LA “Passio” DI LANGLOIS “UN TESTO DURO, INTENSO VERO”

    disse il compianto Sebastiano Lo Monaco, durante l’indimenticabile “Bella Passione” portata in scena nel 2017

    Sulle note di Antonio Granata, riecheggia ancora, una serata memorabile ricreata dallo scritto del misticoLanglois, il prete che non si spaventava di una penna.
    “Rompi il tuo silenzio, dimmi chi sei”. L’incipit della possente voce di Sebastiano scuote ancora le coscienze. Recitò Langlois, il Cileno che non aveva mezzi termini nella cronaca. “Dici di avere la verità, ma che cos’è la verità? Il silenzio, la verità è lui? Nessuno ha mai parlato così. La verità? Basta con la metafisica! Basta con la mistica! Io non sono un mistico greco, non sono un poeta, sono un politico! Per questo faccio il procuratore in questo paese”. Il Sagrato di Sant’Anna si scosse. Non era aduso a testi così rivoluzionari. Il nostro grande attore, sì, da gran ricercatore qual era, qual è, ci lascia in eredità quelle vibrazioni tristemente attuali mentre soffiano, prepotenti, venti di odio, di vendetta, di sopraffazione. 

    Guarda il video di 2minuti del 13-04-2017

    “Quest’uomo è innocente – recitò commosso – ma non sa cavarsela”. L’uomo innocente, ancora lui. “Io non trovo in costui alcuna sovversione perché dovrei crocifiggerlo?”. Tentò di contrastare i ripetuti “Crocifiggilo!” della folla”. Eppure, “il suo Verbo si fece carne, carne della carneficina di Aushwitz, carne ebrea all’ingrosso, carne delle scuole elementari, carne convertibile in grasso, convertibile in silenzio degli arcipelaghi, carne della follia delle “Folies Bergère”, carne dei suicidi sui fiumi, carne dei feti abortiti per la cosmetica, carne di Gesù che muore, carne della ingegneria genetica, carne dell’infermità mentale, carne delle radiazioni atomiche, per l’immensità di Dio”.

    Il largo, mesto, vibrare dell’orchestra diretta dal Maestro AntonioGranata, incornicia una serata che oltrepassa il tempo. “La via crucis – canta, recitando – ha una lunghezza esatta di 500 metri. I più lunghi della Creazione. La teoria della relatività ammutolisce di fronte a questa distanza. La croce ha un peso esatto di 70 chili. Questi 70 chili sono i più pesanti dell’Universo, che gravita intorno a questa croce: la forza con cui Gesù la abbracciò, non è esprimibile. Un lavoro cosmico non misurabile”. 

    Il tempo è relativo, perché quell’ascesa continua, pur se fra mille venti di fuoco. E il grande attore, si fermò, insieme allo scrivente, al maestro, esausti, dopo la serata, sotto l’arco della Chiesa e disse: “Io non so, spero, cerco, ma è troppo grande tutto questo”. Parole che serbiamo nel nostro cuore, afferrando la speranza, la ricerca, la grandezza dell’Uomo. E riflettemmo su queste parole dello scrittore cileno: “L’essere umano”, ha la dolorosa capacità di vivere senza interrogarsi sul senso della vita, e può trascorrere anni in quello stato di vuoto. Ma quando il dolore irrompe nella tua vita, allora diventa difficile sfuggire alla grande domanda sul significato del dolore. Perché non è degno dell’uomo soffrire come bestie, cioè con ruggiti e senza domande.” Il resto è ancora da scrivere. Le musiche della “Bella Passione” sono dell’amico Antonio Granata, anima della rappresentazione portata in giro per l’Italia. “Sebastiano manca, se n’è andato troppo presto – dice oggi Granata – è l’unico Pirandello che avevamo qui”.

  • SIRACUSA. CAMBIO DI TIMONE FRA IL COMANDANTE SCIARRONE E LUIGI D’ANIELLO.

    SIRACUSA. CAMBIO DI TIMONE FRA IL COMANDANTE SCIARRONE E LUIGI D’ANIELLO.

    Il passaggio del testimone fra i due comandanti, di fatto, ha consentito un consuntivo della forte attività svolta dalla Giardia Costiera. Presente alla press-room anche il tenente di vascello Anna Bonanno, che si è sempre spesa sul territorio per informare e portare la presenza della Capitaneria nelle aree dell’hinterland. La parte Sud, Avola, Marzamemi e Portopalo, come più volte ribadito da Sciarrone, è strategica per il turismo, ma non solo. “Abbiamo svolto attività di salvataggio, sicurezza della navigazione, porti, tutela del demanio e dei litorali, delle risorse ittiche, oltre alla polizia giudiziaria, al concorso con la Protezione civile e alle attività di forza armata”. Le motovedette, quest’anno hanno prestato assistenza a 235 persone, assistendo anche operazioni mediche in condizioni di estrema difficoltà. Si pensi alle attività notturne di crocierismo, essendo Siracusa un importante snodo del Mediterraneo: è successo di arrivare fino a 150 miglia. La Capitaneria ha mezzi in grado di effettuare operazioni a lungo raggio. “Siracusa è anche snodo petrolifero internazionale – ha aggiunto – con 300 navi petroliere e gasiere all’anno, che vengono ricevute al pontile Santa Panagia, 24 ore al giorno. Mi preme far notare questo: l’attività industriale Isab-Lukoil è forte e crediamo di aver svolto un controllo efficace. C’è un dato oggettivo, però: quelle navi pagano alla Regione circa 300 milioni annui (fra tasse di ancoraggio e altre imposte).

    Noi abbiamo avanzato la proposta di un parziale, ma anche totale, storno a favore del Comune o di un altro ente che ne avesse necessità, perché possano essere reinvestiti nella manutenzione ordinaria dei porti. Non è politica: speriamo che l’amministrazione regionale possa prendere la cosa in considerazione. Sarebbe una somma fruibile in ottica più ampia, come a Ortigia o a Marzamemi”. E ancora: “Abbiamo puntato molto sulla sorveglianza video lungo tutto il litorale dell’ Area marina protetta, evitando gli interventi a macchia di leopardo – dice Sciarrone – per individuare le criticità da porre agli enti decisori”. Questione porti: si movimentano 12 milioni di merci in entrata e uscita, con una media di 450 navi approdate. Numeri notevoli che danno idea della complessità del lavoro.

    “Con il completamento della banchina 2 avremo un netto incremento anche del crocierismo – sottolinea -. Credo che il comandante D’Aniello supererà la “quota 100” nella ricezione delle navi da crociera. Siracusa ha un bacino medio piccolo, ma un traffico superiore rispetto ad altre città”. Da non trascurare i lavori sul sito portuale: “Attraverso un percorso condiviso dall’Asp, abbiamo delimitato la banchina pescatori alla “Calata Mazzini”, anche per motivi igienici (il pesce deve essere scaricato in certe condizioni). Oltre alla riqualificazione delle banchine, ricordo l’approdo di Ognina: “E’ stata una sfida, rilevata in un certe condizioni. L’abbiamo migliorata con la cartellonistica e videosorveglianza, incontrando concessionari e pescatori proficuamente”. I porti abbisognano sempre di manutenzione e ammodernamento: “Il Consiglio comunale dovrà valutare queste esigenze – annota -. Al Porto grande occorre completare la parte diportistica, si attende che la Regione decida. Sul Porto piccolo non ci siamo ancora arrivati, ma abbiamo avviato un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale, che ringrazio perché vicina a noi. Il Porto piccolo, comunque, ha bisogno di uno strumento regolatorio”. Tornando alla banchina 2, “ho avviato una interlocuzione col presidente di Costa Crociere con MSC: per entrambe è decisiva la fine dei lavori sull’infrastruttura: confidiamo che ciò possa avvenire al più presto, poiché c’è un grande interesse per la nostra città”. Massiva anche l’azione di monitoraggio del sistema depurativo: dall’attività di Polizia Giudiziaria e sequestro della centrale del Fusco, fino alla individuazione delle criticità e al contributo per la loro eliminazione. Numerosi (17) gli illeciti penali rilevati, 5depuratori con problemi manutentivi, 25 centrali di sollevamento danneggiate o malfunzionanti, fra le cose più rilevanti sugli screen posti all’attenzione dal comando. “Oltre agli illeciti amministrativi e penali rilevati quasi in ogni comune – precisa – la Capitaneria ha fornito un contributo alla loro eliminazione, interfacciandosi con delle proprie note ai destinatari. Le amministrazioni comunali, lentamente, si stanno adeguando”. Capitolo canali: “Sul Grimaldi, ma anche sul San Giorgio sono state effettuate azioni di polizia. Ma è giusto ricordare il problema-Portopalo: è la situazione più seria, che, al momento priva di depuratore. A Rosolini abbiamo fatto presente le criticità, ma non abbiamo ancora ottenuto risposte”. La meticolosa mappatura dei litorali ha fatto emergere preoccupanti situazioni da risolvere, ridefinendo le ordinanze d’interdizione. “Ci appelliamo alle amministrazioni comunali perché si dedichino al recupero delle fasce costiere”. Il comandante Sciarrone, nella sua disamina, ha riservato un particolare accento all’Area Marina Protetta. E dopo aver reso grazie al Prefetto e alla Procura della Repubblica, Sciarrone sintetizza: “Occorre render merito anche a loro, al past-president e all’attuale – osserva – per averci ascoltato. Le frequenti ricognizioni subacquee della Guardia Costiera ci dicono che la quantità di risorsa ittica è aumentata e questo ci rende lieti. L’AMP, seguendo i nostri suggerimenti, con la riattivazione della videosorveglianza, ha portato alla diminuzione degli illeciti, grazie anche alla collaborazione con le altre forze di Polizia”. Portopalo ha bisogno di un escavo: “Portopalo è importante per tutta la Sicilia e l’attuale banchina peschereccia, dovrà essere vista anche sotto il profilo della collocazione dei pescatori” aggiunge.

    Esauriti i dati tecnici, il comandante ha presentato il nuovo collega, Luigi D’Aniello: “Un uomo di grande valore tecnico, umano”. E dal canto suo, D’Aniello, ha espresso la sua soddisfazione per aver portato la sua famiglia al seguito qui a Siracusa: “Sono felice perché qui, a Trapani, ho iniziato il mio percorso – esordisce -. Siracusa è una sede “desiderata”. Il nuovo “timoniere” ha declinato esperienza legale (è laureato in legge) con operatività sul mare. Grazie alla apertura della banchina 3 potrà contare sulle fregate classe Fremm della Marina Militare per agire ancor più incisivamente sulla nostra area e ha fatto riferimento al documento programmatiico avviato dal comandante Sciarrone, cioè alla mappatura del territorio, che gli consentirà un’organica continuità di azione. Si è detto aperto al dialogo, necessario per un costante “improvement” dello stato delle cose in questa porzione di competenza. Infine, un desiderata: entrambi i comandanti credono possibile far attraccare nuovamente la “Vespucci” e la portaerei. Un fatto simbolico, ma non solo, perché sancisce il duro lavoro degli uomini in bianco, costantemente impegnati su più fronti.

  • SOLARINO. FESTA DI SAN PIO. IL COMITATO ORGOGLIOSO PER LA PARTECIPAZIONE DEL QUARTIERE

    SOLARINO. FESTA DI SAN PIO. IL COMITATO ORGOGLIOSO PER LA PARTECIPAZIONE DEL QUARTIERE

    I preparativi per il rush finale dei festeggiamenti in onore del santo di Pietralcina sono al culmine e il team che ha lavorato intensamente per addobbare la piazza e coordinare le attività e gli spettacoli connessi all’evento, tracciano il quadro del momento. “Ricordiamo che la statua del santo, pur essendo stata acquistata dal quartiere 9 anni fa, ha fornito sempre l’impulso per ripartire con lo spirito giusto. San pio “è“ la fede – premette il presidente dell’associazione San Paolo, Luciano Lo Nero -. E’ ciò spinge tutti a prodigarsi, familiari compresi, per ricreare, ogni anno, le stesse emozioni genuine. Sono stato coadiuvato da una squadra unita.

    Guarda il servizio video di 2minuti – Festa di San Pio 2018 a Solarino…

    Senza questo apporto non saremmo potuti arrivare così lontano”. Salvatore Inturrisi, veterano della Festa, riflette sulle difficoltà: “Le feste partono da lontano, perché c’ è un progetto studiato a tavolino – dice -. Questa volta abbiamo puntato anche al folklore e allo spettacolo per riunire più persone possibile. Tutte le attività associative di Solarino, purtroppo, hanno un periodo di vita breve: la “San Paolo”, invece, ha resistito perché ha armonia, voglia di fare, ed è instancabile nel cercare aiuto. L’associazionismo non può cullarsi su eventuali contributi degli enti locali, ma deve far leva solo sulle proprie forze. Altrimenti si perdono le tradizioni più belle”. Nel fine settimana i festeggiamenti giungono al culmine (l’evento è dettagliatamente descritto sulla bacheca dell’associazione San Paolo). Soddisfatti anche il vicepresidente, Antonio Scalora, il cassiere, Seby Giangravè, e i consiglieri Luciano Inturrisi e Salvo Inturrisi.

  • ACIREALE. IL TENORE AURELIO GRIMALDI, SI SUPERA ANCORA, ENTUSIASMANDO LA PLATEA DEL “CASALE DEL SOLE”

    ACIREALE. IL TENORE AURELIO GRIMALDI, SI SUPERA ANCORA, ENTUSIASMANDO LA PLATEA DEL “CASALE DEL SOLE”

    “Canto per l’Italia, i suoi dolori, le sue ferite. E canto al Cielo”. Inizia così, Aurelio Grimaldi. Col cuore. Non solo tecnica – oh, certo, quella dev’esserci per forza se devi aggrapparti a un acuto da avere sempre in tasca – ma voglia di trasmettere un messaggio di bellezza. Perché solo attraverso questa si possono superare le difficoltà dell’umana esistenza.

    Nessun dorma – Canta Aurelio Grimaldi tenore


    “C’è un momento per fermarsi, un momento per sorridere, un momento per piangere e un attimo per lenire le ferite dell’uomo. Questo è l’attimo. Il mio diaframma, la mia voce al Cielo, sono solo umili vibrazioni per armonizzare le sofferenze della vita. Basta contrasti. Miserere”. Tonalità indiscussa, potenza vocale ammirata in tutte le arene del bel canto, dalla Corea, passando per Giappone, Russia, America, il personaggio-Grimaldi non ha più segreti per i suoi fans. O quasi. Perché riesce sempre a stupire: “Ci vuole sempre coraggio fisico, mentale, emozionale nel raccontare, essere. Sentire come quell’uomo che sta per andare al plotone d’esecuzione e pensa alla sua amata; non deve meravigliare, ché eros e tanathos sono strettamente correlati nella culla compositiva pucciniana”. Nella poetica del “cantore dell’amore”, non poteva mancare La Traviata: opera complessa, in cui la soprano Elena Kovaleva, ha duettato con sicurezza, affrescando un quadro sonico di rara intensità.

    Perfettamente intellegibili gli intrecci, anche i più arditi, dove devi esser davvero capace di declinare le doti strumentali con quelle umane. La Kovaleva, s’è dimostrata perfettamente a suo agio in ogni passaggio. Note le sue performance ne “L’Angelo di Fuoco” e nel repertorio romantico. Timbri soavi, densi, scolpiscono con garbo i personaggi. Il “Miserere” finale è una tensione all’infinito, pur nella la fragilità dell’agire terreno. È metafora di un momento “fissato” dal compositore, Zucchero, nel punto più doloroso della sua interiorità. La sintesi del mal di vivere, ma, al contempo, la speranza di una rinascita dal buio del sé. In quel “miserere”, dove anche l’altra soprano della soirée, Antonella Rocca, ha sfoderato classe e sicurezza al fianco di Aurelio Grimaldi, il gioco si svolge su una linea sottile, perigliosa, dove un solo istante può farti uscire fuori dal pentagramma. Esperienza, passione, sacrificio, hanno sostenuto i cantanti che si sono succeduti a fianco del Tenore. Che è anche uno scopritore di talenti: il giovane baritono Marco Zarbano, infatti, ha sorpreso per la pastosità del suo incipit in “Granada” e “Funiculì Funiculà”, dove l’accuratezza nelle sottili variazioni della partitura sono emerse con nitore. Le nuove leve lasciano ben sperare per un futuro della lirica italiana. I giovani ascoltano la Musica. Certo, i tempi sono cambiati, i loop radiofonici ottundono l’udito, la naturalità espressiva, la melodia che appartiene al Paese. E questo trend è criticato dai più importanti esponenti della scena artistica nazionale. “Solo la bellezza, la generosità nel dare, l’impegno, possono tirar fuori l’umanità dall’impasse: la condivisione, la purezza dei sentimenti unita alla profonda riflessione donano lucore, non rancore” ha commentato il tenore al termine dell’happening lirico, presentato da Antonella Rocca.

  • FLORIDIA. MERCIADRI: “MANGIAR SEMPLICE, NON SIAMO ONNIVORI.

    FLORIDIA. MERCIADRI: “MANGIAR SEMPLICE, NON SIAMO ONNIVORI.

    Chiaro, esaustivo, sereno, il noto medico chirurgo, Vasco Merciadri: “Che devo mangiare?” Inizia così, con una serena ironia la sua conferenza. Già. Perché il corpo, la mente e lo spirito non possono scindersi: per tal ragione occorre avvicinarsi alla fisiologia umana. “Purtroppo, non si studiano più tante cose – osserva – come l’anatomia e la fisiologia comparata: da queste si evince che non siamo onnivori. E dal punto di vista scientifico non esiste alcun animale che lo sia, perché ognuno ha una sua nicchia ecologica di alimentazione. L’uomo ha una origine da primate frugivoro della savana. L’uomo ha imparato a correre per difendersi dai predatori; la nostra alimentazione era e rimane frugivora. Pensiamo al gorilla. È forte? Si, ma non ha una muscolatura “messa su “con la carne, bensì con i vegetali. Altri animali potenti si nutrono nello stesso modo”. Premesso questo, “il mito delle proteine nobili derivanti dalla carne è errato”.

    Foto 2minuti Conferenza del Dottor Vasco Merciadri Aula Consiliare Comune di Floridia

    I precursori delle proteine, infatti, “vengono prodotti dai batteri azotofissatori dei terreni, nelle radici delle leguminose: solo lì si formano. La mucca, la pecora, l’uomo e tutti gli animali superiori non sono capaci di produrle. L’uomo ha una struttura del tubo digerente differente dai carnivori, i quali hanno un ambiente gastrico cento volte più acido rispetto a quello umano. Il loro intestino è corto, tre volte meno dei frugivori, perché deve eliminare i metaboliti acidi. Tutti i carnivori hanno una digestione laboriosa, perché producono notevole quantità di ammoniaca dalle proteine animali”. Insomma, l’ammoniaca va metabolizzata in un modo o nell’altro: “E se nasciamo frugivori, tali sostanze distruggeranno, prima o poi, la salute. Nella saliva abbiamo la ptialina, un’amilasi che serve a scindere gli amidi. Per questo la prima digestione inizia in bocca. Ovviamente ciò non accade per i carnivori, poiché non si ritrovano amidi nei loro alimenti. Nell’uomo, al contrario, sono facilmente metabolizzate le proteine vegetali”. S’è parlato anche di cottura degli alimenti: “In origine l’uomo non avrebbe potuto nutrirsi di animali crudi, infatti non lo fece finché non scoprì il fuoco. Ciò accadde alcune decine di migliaia di anni fa. Si verificò perché egli credette, come nella tradizione sciamanica, di poter attingere le energie dell’animale ucciso e dell’uomo ucciso. Infatti, crebbero il cannibalismo e il “carnivorismo”. I dati ci dicono come la longevità fosse (ed è ancora) maggiore nei paesi più poveri e con minor consumo di carne”. “La carne, quella buona – rimarca – distrusse la famiglia dei Medici, con la gotta: per questo i nobili s’imparentavano con la plebe, che, invece di mangiare il cervo dei boschi, si nutriva di pane di grano semplice, ceci e fave, lavorando tutto il giorno. Con l’avvento della rivoluzione industriale è cambiato tutto – approfondisce Merciadri – e in Italia da 3 chili di carne annui a testa del 1860 (primo rilevamento statistico), siamo passati a 100 chili di carne, 20 di pesce, e cento chili fra latte e latticini e derivati; ciò ha creato un peggioramento della salute dell’individuo negli ultimi anni, con l’insorgenza della famigerata triade: obesità, ipertensione e diabete, e, conseguentemente, l’incremento delle malattie neoplastiche e cardiovascolari. Queste sono le prime cause di mortalità. È una situazione tragica legata all’alimentazione”. Insomma, tanti falsi miti sfatati scientificamente. “Con l’alimentazione carnea, a base di grassi saturi, si formano, nel tempo, micro-trombi e micro-emboli nelle arterie con l’insorgenza di gravi malattie cardiovascolari. In alcuni paesi del Nord Europa hanno iniziato un percorso virtuoso, noi, no. Eppure nel 2010 l’Euristat aveva diramato un avviso alle autorità competenti italiane perché si era reso conto conto che, già a 60 anni, il 90 per cento degli italiani era affetto da almeno una malattia cronica. Negli anni precedenti, invece, gli italiani arrivavano a 70 anni in buona salute. Nel 2014 sono state riscontrate 45 mila morti in più, rispetto alle previsioni. Questo, a causa dell’eccessivo consumo di prodotti animali. Nell’ottobre 2015 L’Oms ha pubblicato una monografia, frutto del lavoro dei maggiori scienziati a livello mondiale in cui è emerso come tutta la carne, una volta trattata o cucinata, sia cancerogena. Addirittura la carne rossa è stata dichiarata cancerogena già allo stato crudo. Se parliamo di tutti i tipi di cottura, dallo spezzatino al ragù, carni bianche comprese, il discorso non muta. Invece un documento pubblicato dall’Onu circa un mese fa ha dimostrato anche la pericolosità della alimentazione con formaggi i e latticini. i messaggi scientifici Oms sono stati insufficientemente comunicati da chi avrebbe dovuto operare secondo le vere indicazioni dell’Organizzazione mondiale della salute. Un fatto vergognoso. I formaggi, insieme al latte, sono anch’essi cancerogeni, perché acidificanti. Comprendo le industrie alimentari, ma possono riconvertirsi, come già sta avvenendo in alcuni paesi”. Vasco ci tiene alla salute: “Ho fatto il giuramento d’Ippocrate. Ora la gente deve aprire gli occhi”. E il mito del pesce e l’omega 3? “Ma questo si altera già a 40 gradi! – replica – Nel pesce viene fritto, ci trovi, invece, i radicali liberi perché le temperature superano i 100 gradi. Io non ci sto a questo gioco contro la salute e l’ambiente”. Il tumore alla prostata, o al seno, sono direttamente collegati all’IGF1 (presente nei latticini), ormone che favorisce la crescita delle cellule cancerose: “Un medico lo deve sapere – protesta – e non posso stare zitto. Guardiamo al registro di mortalità giapponese: ad esempio, il tumore alla prostata, nel 2014 si registrano 148 morti su 76 milioni di maschi. In America tali neoplasie sono mille volte tanto: ciò perché lì si usa molto di più il latte, che in Giappone non si adotta. Il tumore alla mammella, anch’esso legato soprattutto al consumo latte è su proporzioni simili: perché devo esser solo io a dire queste cose? Quando vado in televisione, mi stoppano, chissà perché – ride -. Allora occorre che, come per le sigarette, sui prodotti carnei e derivati dal latte, si scrivano dei pericoli che si corrono nutrendosene. Non mi baso su una medicina esoterica: sono dati scientifici, se vogliamo, anche banali, che si trovano dovunque su qualsiasi rivista medica seria”. La farina 00 e lo zucchero bianco, “come ci ricorda anche Campbell, sono anch’essi pericolosi per la salute umana. Quindi è bene nutrirsi di farine integrali e zuccheri non raffinati”. Attacca ancora la carne, con la passione di chi vuol prevenire, aiutare davvero: “Essa è anche inquinata dagli antibiotici: l’80 per cento degli antibiotici, finisce negli allevamenti, e non serve per curare noi o i nostri amici animali. L’animale di allevamento, sottoposto a dosi massicce di antibiotici, cresce più rapidamente. Quindi non ci si deve lamentare se l’intestino, letteralmente devastato della sua flora batterica, devastata dall’uso improprio degli antibiotici presenti negli alimenti animali, non reagisca alle terapie, anche massicce”. La B12? Altro mito da sfatare perché essa è prodotta dai batteri che vivono sulle erbe e sui frutti. “Chi dice che la carne produca la B12, evidentemente ha studiato male o è confuso. È microbiologia di base”. Importante la moderazione, durante la conferenza, la mediazione di Andrea Mineo, che ha saputo cogliere i passaggi più importanti, consentendo il batti e ribatti fra relatori e pubblico. La sintesi: “Dobbiamo cambiare, volgerci alla naturalità: il glifosato (noto diserbante) dei grani industriali, e gli alimenti per gli allevamenti industriali danneggiano il nostro intestino, creando la “sindrome dell’intestino permeabile,” causa di molte malattie autoimmunitarie. Abbandoniamo la paleomedicina ottocentesca di tanti miei colleghi: ricordo pure che il glutine, insieme al glifosato, è un altro mix esplosivo per la salute del nostro intestino. La gente ne sia consapevole”. Sulla stessa lunghezza d’onda, la collega Silvana Amato, la quale, dopo aver discusso delle problematiche femminili – essendo un’apprezzata ginecologa – ha ulteriormente affondato i colpi, avendo esaminato da decenni le patologie del pianeta-donna. “Occorre una dieta bastata su alimenti antinfiammatori – ha esordito -. Si è visto che i latticini contribuiscono a creare dolore, contraendo le cellule, e infiammando il corpo. Le carni producono radicali liberi, che se in eccesso sono responsabili di serie patologie e possono contenere grandi elementi inquinanti, innescando focolai”. Non solo: attenzione alle plastiche. “La ricerca ha scoperto una delle cause della endometriosi, nel componente che si trova nella plastica (il bisfenolo) che attiva i recettori degli ormoni. E va dappertutto, anche alla mammella, comportandosi come un estrogeno”. La Amato cita nella lista nera il Ddt, i detersivi industriali, i prodotti d’igiene personale, e invita tutti a far molta attenzione alla composizione chimica dei prodotti, agli “xenobiotici”, ai pesticidi e agli additivi alimentari: “Cerchiamo di perdere del tempo nel leggere le composizioni di ciò che acquistiamo. Beviamo acqua in bottiglia di vetro, ché dalla plastica si libera proprio il bisfenolo”. Salerno fa la summa degli interventi: “L’alimentazione deve essere equilibrata: sono stanco di vedere persone che vengono per curare il dolore fisico o emozionale. Sarebbe bello che i vertici delle industrie si unissero per il bene dell’uomo, riducendo le medicine. Ma è utopia”. Un’utopia possibile, se solo si sviluppa la curiosità, la voglia di apprendere, senza accettare passivamente consuetudini dannose, come lo stesso Merciadri ha ribadito nelle sue ultime pubblicazioni: “Il Fiume scorre” e “Di Savana e di Montagne”. “Non dimentichiamoci di noi stessi – conclude Merciadri – cerchiamo la consapevolezza, allontanandoci dagli stereotipi. E ricordiamoci che cambiare in meglio il nostro mondo, dipende da quel che mettiamo nel piatto”.

    Un particolare ringraziamento, il dottor Merciadri ha rivolto a Peppe Padula, che con la sua abnegazione ha reso possibile questo convegno.

  • GENOVA. “ABBIAMO SOLO FATTO IL NOSTRO DOVERE”. COSI’ IL CAPOSQUADRA DEI VIGILI DEL FUOCO, FRANCESCO MARCHESE, NEL GIORNO DEL LUTTO.

    GENOVA. “ABBIAMO SOLO FATTO IL NOSTRO DOVERE”. COSI’ IL CAPOSQUADRA DEI VIGILI DEL FUOCO, FRANCESCO MARCHESE, NEL GIORNO DEL LUTTO.

    “Siamo sempre preparati ad emergenze del genere, non siamo stati colti di sorpresa ”
    Si schermisce il capo dei Vigili del Fuoco di Genova, malgrado l’indiscutibile eroicità delle gesta di salvataggio effettuate in questi giorni. Attimi infiniti dove il dolore non poteva albergare nei loro cuori, rallentando l’immediatezza degli interventi. Già. Occorreva soltanto agire, cani in spalla, gettando il cuore oltre ogni possibile pericolo, calcolandolo con istinto ed esperienza. Apprezzamenti sono giunti da tutto il mondo alla centrale di Genova: “Ci han telefonato fin dal Giappone – racconta a nome dei colleghi, Francesco Marchese – e dalle Americhe.

    Tutti i nostri connazionali sparsi nel mondo hanno rapidamente contattato i nostri centralini, sin dal primo momento del dramma. Siamo stati lieti della fiducia e della considerazione suscitata, ma questo è semplicemente il nostro dovere: ringraziamo le voci che ci hanno sostenuto da lontano. È una soddisfazione professionale, ma – rimarca il caposquadra Francesco Marchese. – già solo la gentilezza del pensiero nei nostri confronti, rappresenta un segno tangibile di condivisione e solidarietà. Chiaro che siamo stati coinvolti in salvataggi a dir poco particolari: l’esperienza e lo studio, la preparazione sono state determinanti. I cinofili,

    L’Usar, gli specialisti per la ricerca sotto le macerie, le squadre arrivate per prima sul posto hanno agito in sincronia con l’unico scopo di far bene”. E lottare contro il tempo, per fermarlo, per salvare vite che aspettano nel buio una mano fraterna. Un continuo braccio di ferro che, malgrado le parole di umiltà espresse, rende ancor più nobile la loro azione. Come in una notte lunghissima, fra cemento e dolore, aggrappati alla speranza di raccogliere gli ultimi aliti di respiro di un essere umano, nel Ferragosto più triste che il Paese ricordi.

  • GENOVA. “LA CITTA’ RISORGERA’”. IL GOVERNATORE DELLA MISERICORDIA, FRANCESCO FRACCHIOLLA

    GENOVA. “LA CITTA’ RISORGERA’”. IL GOVERNATORE DELLA MISERICORDIA, FRANCESCO FRACCHIOLLA

    L’emergenza continua sotto il “Morandi”, per assistere gli sfollati: non c’è tempo da dedicare allo choc emotivo. Bisogna esser lucidi: in sintesi è l’azione. “Le misericordie piemontesi e liguri stanno facendo un lavoro enorme: in prima battuta ci occupiamo degli sfollati, al Buranello, per un primo supporto, insieme all’Ordine di Malta”.

    Da non dimenticare l’apporto della Misericordia Vds Fiumara e della Misericordia Ponente Soccorso, sempre sincronico. È ancora emergenza: “Le famiglie arrivano, vengono censite, e poi, vengono collocate in case di riposo o alberghi: noi facciamo il primo step sanitario e, successivamente, il necessario sostegno morale”.

    La Misericordia Genova Centro, insieme alle consorelle piemontesi è un serbatoio inesauribile di energie, in un momento in cui la preoccupazione, mista a speranza, di ritrovare altri superstiti, è forte. Com’è forte il dolore che ancora, crudo, si sprigiona da quel cemento-killer: “Siamo concentrati sui funerali di domattina: sicuramente i dispersi ci sono ancora, così come ha detto il nostro premier, Antonio Conte.

    Da 10 a 20 persone dovranno avere una risposta. La Misericordia, ha prodotto più di quello che avrebbe potuto fare, superandosi: è nel nostro spirito”. La Sicilia, con cento associazioni di Misericordia, viene elogiata per la vicinanza dallo stesso Fracchiolla. Sono un po’ tutti stremati “gli angeli del soccorso”, che operano parallelamente ai Vigili del Fuoco, alla Protezione civile – col suo Capo, Borrello – e a tutte le forze in campo. “Non sappiamo ancora cosa ci aspetti nelle prossime ore: sicuramente abbiamo bisogno di essere supportati, anche con la preghiera. La chiediamo ai nostri confratelli, agli italiani.

    Il nostro sindaco, Bucci, ci spinge ad essere positivi: Genova non si piega. Occorre superare un momento difficile, tragico, in cui compiere un dovere che va “oltre”. Genova ripartirà, statene certi. Facciamo sì che da questa disperazione si riparta: alla Sicilia, chiediamo di unirsi con la preghiera, con le migliori intenzioni, tangibile supporto al nostro operare”. Ed è nella umiltà del servizio, nella compassione del darsi per condividere, che affiora, ancora una volta, la grandezza e la nobiltà del lavoro dei volontari.

  • GENOVA. “VITE SPEZZATE, REGIONE, SPEZZATA”. LA TESTIMONIANZA DI FABRIZIO MARANINI , ESPONENTE MUNICIPALE “GENOVA OVEST”.

    GENOVA. “VITE SPEZZATE, REGIONE, SPEZZATA”. LA TESTIMONIANZA DI FABRIZIO MARANINI , ESPONENTE MUNICIPALE “GENOVA OVEST”.

    È odore di caos, lacrime e macerie quello che ci racconta in questi attimi Fabrizio Maranini, rappresentante municipale di “Genova Ovest”. Non c’è tempo per parlare, occorre che la macchina dei soccorsi continui a lavorare alacremente. “Siamo in moto da diverse ore, ma via Porro è sfollata perché sotto a quello che rimane del ponte Morandi ci sono dei fabbricati. Preoccupa “che il resto del cavalcavia possa collassare da un momento all’altro”.

    Foto 2minuti – Crollo pinte Morandi Genova

    In ogni caso resta l’inagibilità per l’intera Regione: “Il Morandi collegava l’Intera Liguria del Ponente con il settore del levante”. Maranini approfondisce: “Una parte della infrastruttura crollata sporgeva sulla zona artigianale, sulle industrie e non ha coinvolto civiche abitazioni: il lato ancora pericolante “penzola”, invece, sulle aree abitate di via Porro. Per questo motivo si sta procedendo con lo sfollamento di quelle zone: sono centinaia le persone che si stanno assistendo. Nell’immediato dobbiamo controllare senza sosta anche fra le macerie”.

    Foto 2minuti – Crollo pinte Morandi Genova

    Sugli sfollati di via Porro e via della Pietra, aggiunge: “Le famiglie in stato di bisogno, quelle senza parenti, avranno momentaneamente alloggio a San Pier d’Arena. Ciò che indubbiamente, turba è che tutti gli italiani sono passati di lì, su quel ponte. Un disastro difficile da accettare, un lutto incredibile. Un grande dolore per il Paese”.

  • SOLARINO. PAOLO, FULCRO DEL SENTIRE DELLE GENTI

    SOLARINO. PAOLO, FULCRO DEL SENTIRE DELLE GENTI

    Un fremito che abbraccia i suoi migranti, rientrati dalle Americhe, dall’Australia per raccontarsi ancora. Solarino, a buon diritto, ricorda il passaggio del Santo di Tarso per rilanciarsi, per rinsaldare le proprie radici di fede genuina in una prospettiva di speranza, di miglioramento e condivisione.

    Foto 2minuti – “Sciuta” di San Paolo Chiesa Madre di Solarino 6 Agosto 2018

    Numerose, ricordiamo, le testimonianze che il sindaco, Sebastiano Scorpo, ha riportato dalla vicina Malta.

    Fatti che rafforzano il senso d’appartenenza, di solidarietà sulla terra del “Pozzo”, scrigno di storia e sacralità.

  • FLORIDIA. MISERICORDIA E PINK HOUSE DANNO UN CALCIO AL FEMMINICIDIO.

    FLORIDIA. MISERICORDIA E PINK HOUSE DANNO UN CALCIO AL FEMMINICIDIO.

    Al torneo di calcetto contro la violenza di genere, un “ospite” assente, senza il quale la Misericordia locale non sarebbe potuta esistere: Antonio Nicoletta. Deceduto un mese fa, Nicoletta ne è stato fondatore e ne resta governatore emerito. Uomo di grande spessore umano e culturale, si è sempre speso per il territorio. “È una eredità morale, quella che ci lascia, in grado di proiettare i giovani verso un reale senso etico nelle azioni quotidiane. Che Iddio gliene renda merito”.

    Guarda il servizio video di 2minuti

    La manifestazione si è svolta con un pensiero rivolto proprio al fondatore, che, col suo fare, ha saputo trasmettere, insieme a tutti coloro che si sono succeduti, i sentimenti di giocosa partecipazione, condivisione, vitalità. Perché, alla fine, se un peso da portare è troppo grande, basta un atto di buona volontà. E.. “Tutto pesa la metà”.

  • MESSINA. PIZZINO: “SOLO I SICILIANI POSSONO SALVARE LA SICILIA”

    MESSINA. PIZZINO: “SOLO I SICILIANI POSSONO SALVARE LA SICILIA”

    “Il lavoro c’è: occorre usare i risparmi stagnanti per far ripartire le infrastrutture, scongiurando l’emorragia di persone d’ogni età. La Sanità? Meno male che il 50 per cento viene finanziata da Roma, altrimenti non riusciremmo ad acquistare le medicine”.

    “La gente è disperata, ma dall’altro lato non si può aspettare la manna dal cielo: la Regione è praticamente isolata”. Così il fondatore di “Progetto Sicilia” e della cosiddetta “moneta regionale complementare all’Euro”, la “moneta grano”. “Una volta Messina era cantieristica, ma non solo. Oggi non c’è nulla. E questo riguarda tutte le realtà del territorio regionale. Insieme alla vostra Siracusa è una delle provincie più disastrate d’Europa”. La Corte dei Conti “bolla” quasi tutti i comuni in default. Che fare? “La soluzione per uscire dalla depressione strutturale è pensare a un fatto: la mancanza di entrate correnti per 2 miliardi annui. Ogni anno accumuliamo 2 miliardi di debiti sulla spesa corrente. Si spendono 2 miliardi in più rispetto a quanto ammontino le entrate: escludiamo la demagogia, però, dinanzi ai 400 mila disoccupati dell’Isola. Se fossero occupati, renderebbero 5 miliardi annui alla Regione stessa”. Il lavoro? “Il lavoro c’è, e così tanto, che ce ne sarebbe molto anche per chi fugge dalla Sicilia, che ha un deficit infrastrutturale pari a 50 miliardi. Basta recarsi all’Assessorato alle Infrastrutture per capire: dai porti regionali, alla sistemazione idrogeologica, all’idrico – il più importante – e altro ancora. Per realizzare tali opere (ipotizzando che si compiano in 5 anni) si spendono 10 miliardi annui, che impiegherebbero 200 mila occupati in più. Ogni disoccupato avviato al lavoro rende alla Regione 12500 euro fra maggiori entrate e risparmi. Il ragionamento è semplice: per finanziare queste opere, abbiamo oltre 100 miliardi di risparmi bloccati. Occorre, quindi, andare dai risparmiatori offrendo loro dei buoni ordinari regionali (una sorta di Patto regionale), anche di piccolo taglio (da 5000 euro in su). Risparmi che nell’arco di pochi anni, renderebbero il doppio di quanto investito, innescando un circolo virtuoso. Lo stesso vale per le opere immateriali, che renderebbero la regione più accogliente per i turisti”. D’accordo, ma chi dovrebbe assumersi la responsabilità di far ripartire il tutto? “La stessa Regione deve cambiare impostazione – sostiene -.. Non abbiamo bisogno di Roma: lo si può fare coinvolgendo i siciliani stessi, senza i vari DI Maio, Toninelli e altri soggetti politici. Moralmente indiscutibile è il nostro presidente Musumeci: lui può recepire queste istanze logiche. Serve coraggio, lo comprendo: ma egli ha a disposizione gli strumenti legali, dall’articolo 81 della Costituzione al 119, che permettono all’Isola d’indebitarsi per le opere pubbliche. Non ci sono limiti legali. Musumeci può cambiare la Sicilia, per salvare i siciliani, ribaltando un pensiero obsoleto. Salviamoci da soli, perché gli altri non ci salveranno mai: per gli altri siamo solo parassiti. Sperare che lo Stato ci dia maggiori risorse è impossibile, perché già esso eroga 4 miliardi di Sanità: la Regione ha 12 miliardi di entrate e ne spende 9 di sanità nel Bilancio, E’ già tanto. Altrimenti non riusciremmo a pagarci neppure le medicine. Il reddito di cittadinanza, non è pensabile perché le pensioni ci sono, ma non c’è il lavoro”.